ROMA. Chi chiede l’elemosina senza dare fastidio non può essere multato. Il principio è stato ribadito dalla prima sezione del Consiglio di Stato che ha accolto un ricorso straordinario proposto alla Presidenza della Repubblica dall’Associazione «Avvocato di strada», che fornisce tutela legale gratuita alle persone senza dimora. Il ricorso era contro un’ordinanza firmata dal sindaco di Molinella, un comune del Bolognese: «Un’ordinanza abnorme - spiegano gli Avvocati di strada, che hanno divulgato la decisione - prevedeva una multa e il sequestro dei mezzi utilizzati e voleva colpire anche chi, in silenzio e senza disturbare nessuno, chiedeva aiuto solo per alleviare la propria condizione di povertà». «Nel caso in specie la situazione non consentiva di provvedere in via contingibile e urgente, imponendo un divieto in toto della semplice richiesta di elemosina, se effettuata senza insistenze e molestie», scrivono i giudici del Consiglio di Stato. «La mendicità non invasiva, di per sé non è in alcun modo una minaccia alla tranquillità e all’ordine pubblico, in quanto tali beni non possono dirsi seriamente posti in pericolo dalla mera questua, che si risolve in una semplice richiesta di aiuto», ricordano i giudici citando la Corte Costituzionale. In sostanza - come sottolineano gli Avvocati di strada - il Consiglio di Stato ha ritenuto che il sindaco «non può in nessun caso colpire con provvedimenti punitivi chi si limita a chiedere l'elemosina senza molestare o infastidire e non può utilizzare lo strumento dell’ordinanza contingibile ed urgente, concesso per contrastare situazioni di emergenza, per altri scopi». «Un conto è importunare la gente con comportamenti insistenti o violenti: per casi come questi - sottolinea l’avvocato Fabio Iannacone, volontario dell’associazione e firmatario del ricorso - la legge italiana prevede già delle sanzioni. Ma perché multare anche chi semplicemente chiede l’elemosina seduto in silenzio e magari con gli occhi bassi per pudore? Lo vogliamo punire perché è povero?».