ROMA. Manager della Sanità, si volta pagina: non saranno più scelti dalla politica ma selezionati attraverso un Albo nazionale a cui potranno accedere dopo una selezione per curriculum e titoli. E c'è di più: chi non raggiunge gli obiettivi prefissati, o amministrerà male, decadrà direttamente dall'incarico. È questa la 'rivoluzione' in arrivo già a partire da ottobre, quando diventerà operativo il nuovo Elenco unico nazionale per i direttori generali nella Sanità.
Il Consiglio dei ministri ha infatti dato il via libera ad un decreto legislativo sui dirigenti sanitari. Si tratta di un decreto, ha spiegato il ministro della Salute Beatrice Lorenzin, "estremamente importante che era stato bloccato dall'impugnativa della Regione Veneto nell'ambito della riforma Madia". Ora il testo, che accoglie i correttivi delle Regioni, andrà alla Conferenza Stato-Regioni e al Consiglio di Stato e "concluderà il suo iter entro giugno".
Il problema della sanità italiana, ha quindi sottolineato il ministro, "non è la mancanza di personale qualificato, perché i medici, infermieri e tecnici sono di altissimo livello. Il problema è di tipo organizzativo e gestionale, con la componente manageriale che è scelta dalle Regioni. Abbiamo cambiato il modo di selezionare i direttori generali, lasciando le competenze alle Regioni, ma riportandole a criteri di valutazione meritocratici, validi per tutti. E quindi assicurando procedure conformi a principi di merito, imparzialità e trasparenza, con un albo nazionale cui potranno attingere le amministrazioni locali".
Per questo, viene istituito presso il ministero della salute un elenco nazionale di idonei, aggiornato ogni due anni attraverso una selezione di candidati da parte di una commissione di esperti. All'elenco dei direttori generali non potrà iscriversi chi abbia più di 65 anni e per accedere bisogna avere un attestato di formazione in materia di sanità pubblica e gestione sanitaria. Quindi, ha rilevato Lorenzin, "parliamo di manager con comprovata esperienza".
La permanenza nell'elenco dura 4 anni: è un elenco aperto, che viene aggiornato e prevede un sistema di valutazione dei dirigenti, che, ha ricordato il ministro, "gestiscono 113 miliardi della spesa sanitaria italiana". La grande novità riguarda poi il capitolo 'valutazione', con la perdita dell'incarico nel caso di non raggiungimento degli obiettivi.
Ci sarà infatti una valutazione dei direttori generali iscritti nell'albo, ha spiegato, "tenendo conto del raggiungimento degli obiettivi di salute e di funzionamento dei servizi". I Livelli essenziali di assistenza (Lea) diventano dunque elemento primario di valutazione e tra i criteri viene inserita anche la riduzione delle liste d'attesa, che sui territori provocano diseguaglianza: "Vogliamo raggiungere un'omogeneità del livello di assistenza a livello nazionale", ha affermato Lorenzin.
Vengono anche valutati i dati dei bilancio ed è prevista la decadenza dei direttori generali non solo in caso di violazione della legge e malasanità ma anche nei casi in cui la valutazione delle performance sia negativa. Non c'è la possibilità di ricorso e si prevede la cancellazione dall'elenco e reinserimento solo dopo nuova selezione. A cascata, c'è un procedimento demandato alle regioni per la nomina dei direttori sanitari e dei servizi socio-sanitari: anche qui viene costituito un elenco regionale degli idonei e la selezione avviene per titolo e colloquio.
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