ROMA. La battaglia sui voucher potrebbe concludersi già questa settimana con una eliminazione tout court dei buoni lavoro facendo quanto chiesto dal referendum promosso dalla Cgil senza arrivare alla consultazione. La cancellazione dei buoni per il lavoro accessorio, nati nel 2008 per i lavori occasionali (con circa 535.000 buoni venduti) e arrivati nel 2016 a quota 133 milioni di tagliandi, potrebbe arrivare con un decreto legge domani in Consiglio dei ministri. Al momento resta in campo anche l'ipotesi di limitare i voucher solo alle famiglie senza eliminarli del tutto, ma si tratterebbe comunque di una parte assolutamente residuale dello strumento (solo il 3,3% dei buoni complessivi, quindi meno di cinque milioni di buoni dal valore di 10 euro). La data del 28 maggio decisa per i referendum solo ieri resterebbe in campo al momento per il quesito sugli appalti per il quale per ora non sembrano in arrivo modifiche alla normativa. Anche se il presidente della Commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano ha chiesto con forza che nell'eventuale decreto rientri anche il tema della responsabilità solidale negli appalti. "Sarebbe anacronistico - ha detto - risolvere solo un problema su due". Il percorso dell'eventuale modifica della normativa sugli appalti è più lungo e non è escluso che si decida di recepire il quesito referendario. "Il nostro obiettivo - ha detto il capogruppo Pd alla Camera, Ettore Rosato - è superare il referendum, perché riteniamo che su questo tema del lavoro non sia utile uno scontro". Le ipotesi in campo - ha spiegato - sono due "o lasciarli solo alle famiglie o eliminarli completamente". Circoscrivere l'uso dei voucher alle sole famiglie - ha detto il presidente dell'Inps, Tito Boeri, ''di fatto vuol dire cancellare questo istituto; tanto varrebbe cancellarli del tutto''. Contrario all'eliminazione totale dei voucher è il presidente della Commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi che su Twitter scrive: "Zero voucher? No grazie!". I sindacati sui voucher restano divisi, con la Cgil che ha promosso il referendum per l'eliminazione e Cisl e Uil che chiedono al Governo di aprire un confronto per una stretta sui buoni che non significhi la cancellazione dello strumento. "Per il momento - ha detto il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso - noi teniamo la nostra iniziativa perché pensiamo che sia importante arrivare ad una effettiva abrogazione e non solo ad una dichiarazione di intenti. Ovviamente l'intenzione deve essere anche un'intenzione che riguarda il tema degli appalti". "L'apertura di un confronto serio per modificare i voucher e riportarli all'origine - ha detto la leader Cisl, Annamaria Furlan - credo sia la strada giusta. E' da da due anni che chiediamo al ministro Poletti di cambiare i voucher, riconducendoli ai soli lavori saltuari e sostanzialmente ai servizi per le famiglie. Vediamo se questa è la volta buona". "Bisogna - ha detto il numero uno della Uil, Carmelo Barbagallo - drasticamente limitare l'uso dei voucher. Bisogna tornare alla legge Biagi". Abbiamo chiesto al governo di confrontarci prima dell'ultimo atto, ha detto ancora, se non si trova l'accordo allora è meglio l'abolizione.