PALERMO. «Questo Parlamento deve essere messo nelle condizioni di decidere senza alcun condizionamento: se non si dovesse votare la ricapitalizzazione di Riscossione Sicilia non significherebbe che esiste il presunto 'patto criminale' del quale ha parlato l’amministratore della società». Lo ha detto il presidente dell’Ars, Giovanni Ardizzone, intervenendo in aula all’indomani della sua audizione davanti alla commissione nazionale Antimafia.
«Dopo la trasmissione l’Arena del 19 febbraio 2017 - ha detto Ardizzone - ho chiesto di essere audito in commissione antimafia per la gravità delle dichiarazioni rese in quel contesto dall’amministratore di una società strategica per la Regione siciliana. Ho ritenuto di depositare un promemoria alla commissione e mi sono trovato costretto a contestare le false informazioni fornite».
Ardizzone ha poi detto in aula che Fiumefreddo nel corso della trasmissione L’Arena aveva parlato di «52 miliardi di tasse non riscosse, 30 ormai persi mentre gli altri 22 si possono recuperare ma dipende dalla finanziaria che approverà l'Ars».
Ardizzone ha inoltre ricordato che l’amministratore di Riscossione Sicilia aveva parlato di un «patto criminale tra questo corpo legislativo e chissà chi altro». Poi ha ribadito in aula la decisione di sporgere querela per "diffamazione ad una istituzione».
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