ROMA. "Io posso vincere questa sfida contro Emiliano e Renzi". Parola di Andrea Orlando, candidato alla segreteria del Pd e ministro della Giustizia, intervistato dalla Stampa. "A fronte di un leader che si è consolidato in questi anni, vedo che il mio messaggio, non gridato, che non parla alla pancia, viaggia. Su un pezzo di mondo deluso e politicizzato, ma anche molto tra i giovani, che seguono le mie iniziative", dice.
"Conto in qualche modo di rappresentare una prosecuzione di capitoli positivi della storia del Pd. Se siamo qui è perché qualcuno ci ha fatto arrivare fin qui. Dobbiamo tenerlo sempre presente. Ma se mi richiamo all'Ulivo è perché ho fatto sempre parte della sinistra che ha scommesso su questa prospettiva, quella dell'unità dei riformismi che ci ha portato fino al Lingotto e poi qui. Credo in un Pd che con tutte le sue culture faccia i conti con la questione sociale. Noi non dobbiamo spostare l'asse a sinistra in senso geometrico, un centro riformista e una sinistra riformista possono lavorare insieme", spiega Orlando.
Il Guardasigilli concorda con la proposta di Veltroni di tenere una manifestazione a favore dei migranti: "È un tema identitario e forte", afferma, "che deve caratterizzare una sinistra che riconosca la dignità delle persone. È una sfida che lancio a tutto il partito, facciamola presto. Sarebbe un modo per dare un senso politico alle primarie, farle diventare un momento di grande mobilitazione. La cosa che mi preoccupa dei sondaggi è che rischiano di andare ai gazebo poche persone. Se riusciamo a fare delle cose insieme è un modo per rappresentare un progetto politico". "Io penso dovremmo avere toni e argomenti radicalmente diversi rispetto ai populisti. Che si nutrono dell'incapacità della politica di affrontare la questione sociale", dice a proposito della sfida con i 5 Stelle.
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