Domenica 22 Dicembre 2024

Bagarre all'Ars con Fiumefreddo: "È pericoloso continuare, lascio"

PALERMO. Bagarre all'Ars, questo pomeriggio, con l'audizione in commissione Bilancio dell'amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. Una audizione pare piuttosto movimentata prima con l'attacco di Fiumefreddo e poi con la risposta di alcuni deputati  (nel video, a partire dal minuto 32, il botta e risposta fra Fiumefreddo e Vinciullo). E adesso Fiumefreddo annuncia di voler lasciare l'incarico: "Considero pericoloso per la mia persona continuare a lottare". "Anche in questo Palazzo - ha detto il numero di Riscossione Sicilia - c'è una parte della politica infiltrata, non siamo in Svezia. E i nomi e cognomi li faccio alla magistratura, no in altre sedi". Parole con le quali Fiumefreddo ha replicato al presidente della commissione, Vincenzo Vinciullo (Ncd), che lo aveva interrotto invitandolo a non fare accuse generiche "perché quando si dicono certe cose bisogna fare nomi e cognomi". Per Fiumefreddo "c'è una parte della politica, trasversale, che tutela interessi criminali e che ha fatto dell'esattoria una leva criminale". L'audizione è proseguita in un clima di forte tensione e di botta e risposta tra i commissari e l'amministratore di Riscossione, società pubblica che riscuote i tributi evasi in Sicilia ma dopo poco l'incontro è stato sospeso. "Lei è venuto qui per provocare... e non glielo consento a casa mia" ha urlato Vinciullo. "Questa non è casa sua è pure casa mia; perché m'interrompe presidente, non vuol sentire i nomi dei politici infiltrati che voglio fare?", ha risposto Fiumefreddo. "Sospendo la commissione... portatelo via", replica Vinciullo. Sembra che a scatenare il duro botta e risposta siano state le parole del deputato regionale Totò Lentini: "A luglio, Fiumefreddo dovrà recarsi in tribunale per una imputazione coatta. Io non ho tasse da pagare - ha detto Lentini - e sei lei continua con questi toni, noi soldi non gliene diamo", riferendosi ai fondi che servono a coprire il buco di Riscossione Sicilia. Immediata la reazione di Fiumefreddo: "Queste parole hanno un profilo estorsivo, chiedo che questo verbale venga trasmesso alla Procura". Gli ultimi momenti della sua audizione vengono ricostruiti così da Fiumefreddo: "Mi hanno buttato fuori dalla commissione Bilancio dell'Ars con la forza, sono stato preso fisicamente da alcuni assistenti che si sono persino frapposti tra me e Vinciullo che inveiva e che voleva arrivare alle mani". "Fiumefreddo ha preteso di entrare in commissione con quattro persone, a quanto pare una di queste è indagata - è la replica di Vinciullo -. Io mi sono opposto, ma lui s'è fatto autorizzare dalla Presidenza dell'Ars, e ho dovuto subire la decisione altrimenti se ne sarebbe andato diceva. L'ho fatto parlare per un'ora senza interromperlo, quando il deputato Lentini ha parlato dei problemi di Fiumefreddo con la giustizia ho allontanato l'onorevole perché aveva riferito fatti personali. Avevo condotto la seduta con serenità ma Fiumefreddo con la sua violenza verbale cercava di sovrapporre la sua voce alla mia e ho dovuto leggergli il regolamento". FIUMEFREDDO: PERICOLOSO CONTINUARE, LASCIO. «In queste condizioni, mentre ringrazio il presidente Crocetta che, solo, mi ha sostenuto nella battaglia di questi mesi, sempre anzi incoraggiandomi, considero pericoloso per la mia persona continuare a lottare. Ho paura dell’isolamento in cui sono stato lasciato da un manipolo di improbabili difensori dell’indifendibile». Lo dice all’ANSA l’amministratore unico di Riscossione Sicilia, Antonio Fiumefreddo. «Non posso peraltro accettare che per colpire la mia persona si danneggino le 700 famiglie che lavorano a Riscossione e a cui dobbiamo i risultati raggiunti. Preferisco, da uomo delle istituzioni quale sono, farmi io da parte se questo è il dazio da pagare per salvare il lavoro fatto ed i lavoratori - aggiunge -. Sono sinceramente sconvolto per la violenza subita e ringrazio quanti invece, onorando il mandato parlamentare, si sono astenuti dal partecipare al mio linciaggio. Se la mia colpa è di aver trattato i potenti come cittadini comuni, questa colpa mi ascrivo e francamente me ne onoro. La protervia di questa insopportabile casta sarà giudicata presto dai cittadini». Fiumefreddo parla poi dell’audizione in commissione Bilancio dell’Ars. «Sono andato per illustrare ai deputati i risultati raggiunti da Riscossione Sicilia in questi due anni, uno per tutti il passaggio dai 4 miliardi di patrimoni aggrediti nel 2014 agli oltre 10 miliardi di patrimoni invece aggrediti nel 2016, ho subito io un’aggressione violenta, inquietante ed inaccettabile - sostiene - Allorquando ho iniziato a parlare di infiltrazioni mafiose nel parlamento siciliano e ho provato a fare i nomi, mi è stata tolta la parola e si è comandato ai commessi di portarmi a forza via dall’aula. Il Presidente Vinciullo ha ordinato che venissi cacciato persino dal corridoio del Parlamento, ripetendo più volte che quella era casa sua. Altro parlamentare regionale ha reiterato la minaccia che se non la avessi finita di attaccare la politica non avrei avuto un solo euro per l’ente. Prima d’essere cacciato di peso sono stato interrotto 5 volte dal presidente della Commissione, e cioè tutte le volte in cui mi permettevo di ledere la maestà della politica».

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