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Renzi: "Un nuovo welfare, serve il lavoro di cittadinanza"

ROMA. «Sto girando e continuerò a farlo. Ora che mi sono dimesso da tutto sono un uomo libero. Sono stato a San Francisco ma anche a Scampia e lunedì andrò a Cernusco sul Naviglio». Lo afferma Matteo Renzi in un colloquio in apertura del Messaggero dopo il suo viaggio in California, dove dice di aver «preso appunti» per il 10, 11 e 12 marzo quando al Lingotto «apriremo i cantieri sul programma. Il Pd deve far notizia per le cose che propone e noi di idee ne abbiamo tante, ma siamo aperti al contributo di tutti».

Renzi difende a spada tratta il lavoro fatto con il Jobs Act, come «tutti i tre anni di grandi passi avanti», ma è un tassello al quale ne vanno aggiunti altri per rispondere alla questione di fondo: come sostenere un sistema di protezione a chi resta fuori dal processo di innovazione.

«Fermare il progresso e la tecnologia o pensare di rallentare è assurdo», sostiene l'ex premier: «Le invenzioni, dalla stampa all'automobile, hanno avuto sempre ricadute sociali. Compito della politica è ora affrontare i problemi che derivano dalla rivoluzione digitale e i costi in termini di perdita di posti di lavoro». Ma, aggiunge, «contesto la risposta grillina al problema. Garantire uno stipendio a tutti non risponde all'articolo 1 della nostra Costituzione che parla di lavoro non di stipendio. Il lavoro non è solo stipendio, ma anche dignità. Il reddito di cittadinanza nega il primo articolo della nostra Costituzione», invece «serve un lavoro di cittadinanza».

Renzi riapre poi il capitolo web tax: «Dobbiamo intervenire, ma non possiamo farlo da soli, aspettiamo dall'Europa e dall'Ocse una proposta che possiamo condividere insieme senza creare nuovi squilibri».

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