ROMA. Dopo il malore e il rientro in Campidoglio, Virginia Raggi annuncia in serata l'accordo per realizzare lo stadio della Roma a Tor di valle. Una svolta a sorpresa rivendicata come un grande successo dalla sindaca M5S: "via le torri", i grattacieli Libeskind, e un taglio delle cubature di circa la metà sul progetto originario, che prevedeva quasi un milione di metri cubi di cemento; opere pubbliche che restano ma divise 'in due fasi di realizzazione'. Un'intesa raggiunta dopo una riunione rinviata per ore per il problema di salute di Raggi, che costringe la sindaca ad accertamenti in ospedale, e poi anche per un incontro con la sua maggioranza. Quindi l'annuncio con il direttore generale della Roma Mauro Baldissoni, che parla di "giornata storica". "Oggi inizia un nuovo capitolo", afferma il presidente Usa giallorosso James Pallotta. Il Colosseo moderno tanto voluto da Francesco Totti e James Pallotta quindi si fara'. "Uno stadio fatto bene", il tweet della Raggi, subito rilanciato da Beppe Grillo, che pure aveva detto 'no' a Tor di Valle. "Tre torri eliminate; cubature dimezzate, addirittura il 60% in meno per la parte relativa al Business Park - scrive Raggi su Facebook -; abbiamo elevato gli standard di costruzione a classe A4, la più alta al mondo; mettiamo in sicurezza il quartiere di Decima che non sarà più soggetto ad allagamenti; realizzeremo una stazione nuova per la ferrovia Roma-Lido. Abbiamo rivoluzionato il progetto e lo abbiamo trasformato in una opportunità", aggiunge la sindaca. L'obiettivo del vertice era trovare un compromesso tra i proponenti - As Roma e il costruttore Luca Parnasi, proprietario dei terreni a Tor di Valle - e l'amministrazione M5S, su posizioni diverse, a sette giorni dalla scadenza del 3 marzo della Conferenza di servizi. L'intesa c'e', a placare la base ecologista M5S e i tanti tifosi romanisti che volevano uno stadio nuovo per la propria passione e le proprie ambizioni. Un gruppo si era riunito davanti al Campidoglio al grido di 'Virginia famo sto stadio' e lo striscione di sapore calcistico 'Basta melina'. Basta temporeggiare, insomma. Le opere pubbliche essenziali per portare avanti la conferenza dei servizi resterebbero tutte. Diversamente sarebbe a rischio il prosieguo della conferenza dei servizi. Ad essere diversificati sarebbero i tempi di realizzazione: alcune opere come il potenziamento della Roma Lido, gli interventi sulla via del Mare e sul fosso di Vallerano andranno realizzate necessariamente prima dell'apertura dello stadio. Altre come il ponte e lo svincolo della Roma Fiumicino potrebbero essere fatte anche dopo l'apertura dell'impianto. I proponenti, ora diventati "alleati" di Virginia Raggi, in ogni caso chiederanno una sospensione di 30 giorni della conferenza dei servizi che a questo punto si potrebbe concludere a inizi aprile. L'accordo di questa sera chiude una vicenda precipitata negli ultimi tempi, tra il rischio di penali milionarie richieste dai proponenti, in caso di stop alla delibera, e la base M5S più ortodossa sulle barricate per una riduzione drastica del progetto in chiave eco-sostenibile. In questo difficile percorso la giunta ha anche perso l'ormai ex assessore all'urbanistica Paolo Berdini: caduto per le dichiarazioni contro la sindaca carpite da un giornalista, era tra i più critici proprio sulla location dello stadio.