ROMA. Il ministro della Giustizia Andrea Orlando correrà per la segreteria del Pd. "Ho deciso di candidarmi perché credo e non mi rassegno al fatto che la politica debba diventare solo prepotenza", ha detto a margine di una iniziativa a Ostia. "Ho deciso di candidarmi perché credo che ci voglia responsabilità e credo che il Pd debba cambiare profondamente per poter essere utile davvero all'Italia e ai problemi degli italiani, che in questo momento stanno vivendo momenti difficili". E ancora: "Cinquanta sfumature di rosso? Dobbiamo avere 50 sfumature di Pd non di rosso. Dentro il Pd - ha spiegato - ci deve essere anche il rosso, ma noi dobbiamo rifare il Pd che abbiamo sognato dieci anni fa e dobbiamo lavorare per evitare che la politica diventi soltanto risse, conflitti e scontri tra personalità, ma torni a essere una grande e bella occasione di vivere insieme e lavorare per la trasformazione dell'Italia". La sua candidatura era nell'aria da giorni e verrà formalizzata oggi alle 18in un circolo romano. Intanto Matteo Renzi continua il suo viaggio negli Stati Uniti. "Chi vuole cambiare il Paese - è il suo messaggio - discuta su popoli e populisti". Intanto la prossima settimana un'assemblea potrebbe nominare il coordinamento del nuovo soggetto politico della sinistra. Poi a marzo si dovrebbe svolgere un evento pubblico nazionale. Il 'cantiere' dei bersaniani lavora infatti a pieno ritmo per dare da subito un segnale e indicare il percorso sia a quanti sui territori sono tentati dall'uscita dal Pd, sia al pezzo di sinistra, da Pisapia a Vendola, che dall'esterno osserva dove porterà la scissione. Ma la scelta non è facile, tanto che all'indomani dello strappo dal Pd, tra i deputati si registrano dubbi e ripensamenti: Andrea Giorgis, che era accreditato come possibile capogruppo, decide per ora di restare nel Pd. Alla fine, sussurrano i Dem, non saranno più di 15 ad andare via. Solo propaganda, ostentano tranquillità i bersaniani: "Adesioni oltre le aspettative", dice Nico Stumpo. Tra le fila del nuovo soggetto che mira a "riaggregare il centrosinistra non-renziano" con un'ispirazione ulivista da sinistra di governo, ci sarà Vasco Errani.