PALERMO. E’ il giorno in cui i Centristi per l’Italia, il partito di Gianpiero D’Alia nato dalla scissione dell’Udc, potrebbe decidere di uscire dal governo Crocetta. Si aprirebbe così una crisi di governo dagli esiti imprevedibili e per di più nel pieno dei lavori all’Ars per il varo della Finanziaria.
I Centristi si riuniranno nel pomeriggio per decidere se nominare un nuovo assessore al posto del dimissionario Gianluca Miccichè. In realtà i movimenti delle ultime ore inducono a ritenere superflua questa decisione visto che Crocetta stamani sul Giornale di Sicilia ha anticipato l’intenzione di indicare un proprio uomo al posto di Miccichè.
Si tratta di Emiliano Abramo, della comunità di Sant’Egidio di Catania. Un tecnico per l’assessorato alla Famiglia, travolto dallo scandalo disabili, ma di sicuro non un professionista vicino a D’Alia. Sarebbe la scintilla che potrebbe convincerei Centristi a ritirare anche il secondo loro assessore, Giovanni Pistorio.
A quel punto andrebbe ridiscussa tutta l’alleanza che regge la Regione in questo momento. Visto che lo stesso Crocetta ha comunque manifestato la propria insofferenza verso altre ali della maggioranza, in particolare quella renziana che starebbe ostacolando la sua ricandidatura.
LA NOTA DI CROCETTA. "Con i 'Centristi per l'Europa' stiamo discutendo sulla nomina del nuovo assessore". Lo dice in una nota il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta. "Tra l'altro, tale formazione politica, ha sempre sostenuto con chiarezza di stare nel centrosinistra - aggiunge - e pertanto qualsiasi verifica sulla maggioranza, non è rivolta ad essa. Confermo di avere sempre avuto un rapporto molto leale con D'Alia. Detto ciò, una verifica complessiva penso vada fatta, per accertare &ndash continua Crocetta - chi alle prossime elezioni sarà nel progetto del centrosinistra in Sicilia. Risulteremmo illeggibili tutti quanti se, alle soglie delle elezioni, tale coalizione si sfaldasse". "Quando parlo del 'governo dei leali', ne parlo in termini di condivisione del progetto politico. Chi sta con noi adesso, è chiaro che dovrà stare anche nel nuovo progetto di governo - sostiene Crocetta - Chiedo scusa a D'Alia, se qualcuno può aver interpretato le mie dichiarazioni, non rivolte a lui e al suo partito, in termini di un conflitto politico del presidente nei suoi confronti. È assolutamente falso".
LA FINANZIARIA. In questo clima appare sempre più difficile il cammino della Finanziaria all’Ars. Ieri i lavori in commissione sono stati bloccati da uno scontro andato in scena su alcune spese che il presidente non aveva annunciato ma che i deputati hanno scoperto fra le pieghe del bilancio, in particolare i 50 milioni in più per coprire i debiti della contestatissima Riscossione Sicilia, guidata da Antonio Fiumefreddo.
E così sotto la lente di ingrandimento della commissione sta passando ora l’intero bilancio con i deputati a caccia di spese da contestare. In commissione è esploso il caso dei fondi extra ai consorzi di bonifica: si tratta di 15 milioni in più rispetto allo scorso che – secondo il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo – il governo non è riuscito a giustificare. Mancherebbero infatti le relazioni che dovrebbero accompagnare questi stanziamenti. E’ un caso analogo a quello scoperto per l’aumento di budget destinato all’assessorato Pubblica Istruzione: per Vinciullo ci sono 16 milioni in più “e non si capisce se sono destinati a corsi di formazione o altre spese”.
Il timore dei deputati è che dietro la proposta di Baccei di approvare una Finanziaria leggera fatta di pochi articoli si celi l’intenzione di spostare molti effetti finanziaria sul bilanci attraverso aumenti di stanziamenti difficili da individuare per chi non ha dimestichezza fra i faldoni.
Un clima che rende quasi inevitabile il ricorso a un nuovo esercizio provvisorio, che terrebbe parcellizzata la spesa regionale almeno fino ad aprile. Non a caso in apertura dei lavori oggi Vinciullo ha ribadito a Baccei la richiesta di prorogare l’esercizio provvisorio e rinviare almeno di un mese l’approvazione della Finanziaria.
TUTTO RINVIATO A MARTEDI'. A Palazzo dei Normanni non è arrivato il disegno di legge di proroga del provvisorio, che scade il 28 febbraio, come richiesto dalla commissione Bilancio dell'Ars che non è riuscita a esitare la finanziaria e che anzi ha chiesto chiarimenti al governo su alcuni capitoli del bilancio, su una spesa 'sospetta' di circa 300 milioni di euro. In assenza di segnali da parte del governo, il vice presidente dell'Ars, Antonio Venturino, ha preso atto del 'vuoto' e ha rinviato la seduta al 28 febbraio, giorno in cui scade il provvisorio.
Dalla giunta, riunita a Palazzo d'Orleans, arrivano conferme sulla volontà del governatore Crocetta a proseguire il tentativo di far approvare in aula la manovra, evitando la proroga del provvisorio. E in questo senso gli uffici starebbero lavorando all'ennesima riscrittura della finanziaria. "Per quanto ci riguarda - dice il presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo - la commissione rimane convocata da ora a martedì prossimo. Non appena il governo depositerà le sue carte noi siamo pronti a esaminarle". Vinciullo ricorda che la "legge obbliga il governo, in assenza di manovra, a prorogare il provvisorio" e avverte che i suoi uffici hanno accertato che la commissione potrebbe proporre la proroga dell'esercizio provvisorio con un ordine del giorno, sostituendosi al governo.
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