PALERMO. Il tema delle alleanze alle amministrative di primavera a Palermo e le regionali d'autunno in Sicilia saranno al centro della direzione regionale del Pd, che il segretario Fausto Raciti dovrebbe convocare a stretto giro. E' quanto trapela al termine della riunione a Palazzo dei Normanni del gruppo dei democratici all'Ars, convocato per fare il punto sulla manovra che oggi passerà all'esame delle commissioni di merito per essere chiuso in giornata.
Domani il maxi emendamento di riscrittura della finanziaria sarà incardinato in commissione Bilancio dell'Ars; tra lunedì e giovedì, invece, si passerà all'esame dei documenti contabili. Il 21 febbraio, secondo il calendario dei lavori fissato dai Capigruppo la scorsa settimana, la manovra approderà in aula per la discussione generale.
"Ci sono state fughe in avanti in questi giorni, dalla discussione di oggi (ieri, ndr) emerge la necessità di convocare una direzione, un momento politico di discussione perché noi quando abbiamo costruito il governo politico abbiamo fatto un patto tra di noi e questo patto ci deve portare a discutere su come ci presenteremo alle prossime regionali insieme e che dobbiamo svolgere insieme nel rispetto reciproco e partendo dalle valutazioni su questa esperienza di governo", afferma il segretario siciliano del Pd, Fausto Raciti, parlando con i cronisti a conclusione della riunione del gruppo parlamentare dem alla presenza del governatore Rosario Crocetta sulla finanziaria e sulla situazione politica in vista delle prossime regionali.
"Siamo legati a una missione comune che in questo momento è quella di completare utilmente questa legislatura con la coalizione che siamo riusciti ad allargare - prosegue Raciti - e che ci ha accompagnato fin qui, dopo la finanziaria apriamo la discussione politica su come proseguiremo con quale proposta politica ci presenteremo per vincere le prossime elezioni regionali".
Crocetta si mostra ottimista: "Noi col Pd troviamo sempre l'intesa, perché io ho la fortuna di conoscere questo partito da quando avevo 15 anni, alcuni magari sono nuovi e non sanno che l'intesa la troviamo perché noi siamo gente leale. E' una finanziaria secca, per essere chiari. Ho detto non abbiamo messo marchette, ma non perché ritenevo che ci fossero stati parlamentari che avessero chiesto marchette, ho detto nessuno ci ha chiesto nulla, non vogliamo farle noi le marchette, mi spiace che qualcuno abbia capito cose diverse. E' normale che attorno a una finanziaria ci sia una discussione ".
Sulla discussione con i parlamentari Crocetta aggiunge: "Si è trattato di un discorso laico, perfetto. C'è stato il riconoscimento di una buona finanziaria che per la prima volta vede non utilizzati i soldi per gli investimenti nella spesa corrente. Non è una finanziaria blindata, noi la concepiamo aperta come è caratteristica di questo governo che vuole discutere, abbiamo fatto una proposta e su questa ci misuriamo". Ma, precisa: "Non possiamo discutere al lungo, dobbiamo dare delle risposte immediate, rispettando la scadenza dell'esercizio provvisorio".
Resta invece alta la tensione con il sottosegretario, Davide Faraone: "Cosa dico a Faraone? Siccome Faraone è egiziano, non credo che conosca bene la Sicilia", risponde Crocetta ai cronisti che gli hanno chiesto cosa pensa dell'iniziativa politica di Faraone per la costruzione di un programma di governo. Rispetto invece alla sua ricandidatura, Crocetta dice: "Per la media intelligenza della politica, un presidente della Regione in carica può dire di non essere candidato? E' più legittimato un presidente in carica rispetto ad altri soggetti che in modo tirannico, in termini greci è l'abusivo, perché non investito dal popolo".
Per Crocetta "le auto-candidature di esponenti del Pd sono legittimate all'interno di un percorso di partito? Non credo, perché nessuno ha deciso che questo presidente non sarà ricandidato. Siccome a me la politica surreale non piace - prosegue - non mi piace la scorrettezza di chi dovrebbe stare in un percorso di partito, lancia auto-candidature e poi delegittima governo in carica avendo anche assessori. Se uno si vuole candidare si ritira dal governo".
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