Venerdì 15 Novembre 2024

Scontro aperto nel Pd, Cuperlo: "Renzi dimettiti e convoca il congresso"

ROMA. Dimissioni immediate dalla segreteria, già domani, «per il bene della tua comunità». E poi Congresso per «rifondare il partito e misurarci tutti sulle tante sconfitte». O in alternativa «primarie vere». Quanto alle scissioni, di cui Renzi «ha la responsabile più grande», ricordano un po' l'Armata Brancaleone: «spezzare il Pd non rappresenta un balzo in avanti ma un ritorno all'antico». Gianni Cuperlo, parlando a oltre 600 militanti e simpatizzanti della sua componente SinistraDem giunti a Roma da tutta Italia, va all'attacco della leadership di Matteo Renzi. Quindi gli dedica una citazione 'sanremese": «Se hai a cuore il destino del Pd e della sinistra, per citare Eros ora che si avvicina Sanremo, "Fermati un istante". Non per tutta la vita - prosegue tra gli applausi - ma ora costruisci le condizioni per una stagione diversa». Da un salone della sede del Nazareno, stipato per ore, boccia contemporaneamente ogni ipotesi di uscita dal Partito democratico, mostrando una clip in cui i celebri personaggi dell'Armata Brancaleone vengono implicitamente paragonati agli 'scissionisti". «Ita anca voi dove volete, ma da un'altra parte..', è la battuta di uno strepitoso Vittorio Gassmann ai suoi compagni di ventura.  Cuperlo ammette che a sinistra »ci sono tanti orfani in cerca di casa« e si rende conto che la spaccatura "può accadere". Uno scenario, la cui responsabilità - sottolinea - cadrebbe prima di tutto sulle spalle del segretario. Tuttavia, nel momento in cui chiede un Congresso "partecipato e diverso", continua a esortare Renzi ad aprire al confronto. "Se dovesse decidersi a indossare l'elmetto e combattere ciecamente sappia che il semplice appello all'unità non potrà bastare. Se il confronto - ammonisce Cuperlo - si riducesse all'ennesimo duello si sappia che la sinistra andrebbe verso una sconfitta storica". Cuperlo esordisce criticando le scelte radicali di Donald Trump e i rischi per la tenuta europea: "Per la prima volta, in minoranza, potrebbero finire l'Occidente e i suoi valori. Sembra che la nuova destra punti a stabilire il nuovo ordine mondiale, col rischio che la democrazia s'inceppi, che il fascismo, parola che Cuperlo sottolinea di usare «sempre con pudore», possa tornare nel cuore dell'Europa. Di fronte a questo scenario, la sinistra non «deve perdere la sua identità ma battersi contro le disuguaglianze, non più ostaggio dell'economia". Si dice «impressionato dalla rimozione della sconfitta di dicembre» e dopo aver chiesto la testa di Renzi, ipotizza un segretario a tutto servizio, «che non fa anche il sindaco, non guida una regione, non fa il premier, non fa il ministro». Durissimo contro Renzi anche Gad Lerner che chiede anche lui le dimissioni: «Ormai è una questione di pochi giorni se non si vuole la dissoluzione di questo partito. Non può più tenere in ostaggio il partito. Dopo tre anni di sua leadership farei fatica a votare di nuovo il Pd». A breve giro di posta la contro-sfida dei «renziani: per Andrea Marcucci: "I problemi del Paese devono venire prima di quelli del Pd. Smettiamola con un dibattito autoreferenziale che danneggia tutti. Matteo Renzi - taglia corto - è il segretario più gradito dagli elettori Pd e secondo gli ultimi sondaggi, sarebbe confermato alle primarie sfiorando il 60%". Sulla stessa linea Ernesto Carbone: "la minoranza avverte il bisogno di mettere sempre in mezzo Renzi, non si accontentano mai e giocano sempre al rialzo. Facciamo le primarie o il congresso. Poi, però, chi perde sia leale e rispetti il risultato. E vedremo se vincono Cuperlo e D'Alema o se vince Renzi".

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