BARI. "Renzi ha sbagliato non solo tutto il resto, ma anche a fare legge elettorale. E ci ha portato, attraverso la Corte costituzionale, alla prima Repubblica". Lo ha detto il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano (Pd), su Radio24. Per Emiliano, "la gravità dei danni che Renzi ha provocato al Paese e al Pd sono senza precedenti; e al di là del fatto che oggi non scrive niente nessuno, nei libri di storia ci saranno queste cose". "E, anche se dubito che qualcuno parlerà di me nei libri di storia, io vorrei evitare di stare dalla parte sbagliata". Per Emiliano "non è rimasto in piedi nulla di quello che in tre anni il governo Renzi ha fatto, se non delle cose molto negative". Emiliano ha parlato ad esempio delle norme sul lavoro "che non hanno portato a nessun particolare risultato tant'è che stiamo festeggiando il 40%: non il 40% dei consensi, ma della disoccupazione giovanile che è una catastrofe". "Renzi - ha ricordato Emiliano - per me era una speranza straordinaria, ho investito su di lui moltissimo anche in termini di immagine, fino a quando ho compreso che stava inanellando una serie di errori uno più grave dell'altro e non era possibile influenzare le sue decisioni in nessuna maniera". "Un partito - ha rilevato - è un luogo dove un leader non fa tutto da solo, ma costruisce con la comunità una sorta di verifica permanente di ciò che fa, e questo dà assicurazione ai cittadini". "Questo - ha concluso - non l'ho visto e i risultati sono disastrosi". E ancora: "Se io capisco che il Pd è stato oggetto di un golpe, e quindi di una appropriazione al di là delle regole della politica e della democrazia, è chiaro che non posso rimanere nel Pd. Questo è inevitabile". "Il mio timore - ha aggiunto - è che le due parti che stanno colluttando (Renzi e D'Alema, ndr) in questo momento sui giornali, qualche volta trascinando dentro anche me, in realtà abbiano una reciproca convenienza alla scissione, soprattutto alla luce della nuova legge elettorale". "Però - ha sottolineato il presidente della Puglia - dal mio punto di vista noi militanti, ed è per questo che ho lanciato la raccolta firme per un referendum sulla questione del congresso prima delle elezioni, abbiamo il dovere di batterci fino all'ultimo perché questa scissione non ci sia".