SALERNO. «È inaccettabile che nelle scuole vi siano le caldaie rotte e i ragazzi e le ragazze debbano seguire le lezioni al freddo». Lo ha detto il ministro dell'Istruzione, Valeria Fedeli, oggi a Salerno. «Le risorse in tale senso non competono al ministero della Pubblica Istruzione, però nonostante questo abbiamo subito diramato una circolare ai nostri direttori regionali perchè facessero immediatamente una verifica anche delle tipologie ordinarie, in realtà straordinarie, di funzionamento delle scuole».
«Con questa ricognizione che abbiamo chiesto a stretto giro di verifica, intendiamo parlare e dialogare con gli enti locali e quindi dentro il nostro rapporto con la Conferenza Stato-Regioni. Noi abbiamo messo molte risorse esattamente su tutte le tipologie di intervento sull'edilizia, ma anche questo è un ambito fondamentale da non trascurare, perchè - secondo la Fedeli - noi magari pensiamo a cose
fondamentali come la messa in sicurezza delle scuole, alla loro bellezza e funzionalità ma dentro questo c'è anche la caldaia
che non può essere rotta. Gli studenti devono stare al caldo e stare bene a scuola».
«Avrei preferito avere uno spazio ulteriore per poter incontrare tutti i soggetti della scuola, le famiglie, gli studenti, non solo gli insegnanti e le organizzazioni sindacali, i presidi, i dirigenti scolastici, insomma tutte le componenti della scuola per poter già predisporre il primo invio delle deleghe al consiglio dei ministri in maniera un pò più condivisa». A dirlo Valeria Fedeli, ministro dell'Istruzione, dell'Università e della Ricerca, a margine della manifestazione a Palazzo di Città, a Salerno.
«Questo, comunque, - assicura il ministro - è l'impegno che rimane: in questi tre mesi l'azione che faranno sicuramente le due commissioni di Camera e Senato ma anche quello che farà il ministero e il governo è proprio quello di dare ampio spazio al confronto di merito perchè vogliamo arrivare nella parte finale - quando porteremo le deleghe al Consiglio dei ministri per il varo definitivo - che tutto sia il più largamente conosciuto, condiviso.
Tutti sappiamo una cosa fondamentale: se vogliamo davvero una scuola come tutti la vogliono, di qualità, capace di stare all'interno dei processi e quindi anche delle caratteristiche dei sistemi di istruzione formativi europei, noi abbiamo bisogno che chi deve attuare le riforme le abbia conosciute e condivise perchè poi allora diventi efficace».
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