Giovedì 19 Dicembre 2024

M5s, sì al passaggio con Alde ma dal gruppo europeo arriva lo stop

ROMA.  L'annuncio della clamorosa svolta 'europeista', il sì della Rete, lo schiaffo dei liberali Ue: il M5S 'battezza' il suo rientro dalle feste natalizie con 48 ore sull'ottovolante e con la prospettiva fallita di rendere il gruppo Alde la terza forza del Parlamento europeo.  Finisce infatti con un nulla di fatto il tentativo di Beppe Grillo e Davide Casaleggio di entrare in un gruppo a loro distante anni luce ma funzionale ad acquisire peso in Europa. Un matrimonio, quello con Guy Verhofstadt, voluto dai vertici pentastellati vista il futuro addio di Ukip a Strasburgo, approvato dalla Rete e, alla fine, bocciato proprio dall'Alde. «L'establishment ci ha fermato», è la sentenza, tra il piccato e l'amaro, di Grillo. È una giornata frenetica per il M5S in Italia e a Bruxelles. Una giornata che inizia con la diffusione, sul web, di un pre-accordo datato 4 gennaio nel quale il M5S e Alde si dicono uniti nel riformare l'eurozona e nel potenziare il ruolo del Parlamento Ue. Poi, poco dopo mezzogiorno, arriva il placet della Rete alla proposta di Grillo: il 78,5% (su oltre 40mila iscritti) dice sì all'ingresso in Alde nelle stesse ore in cui Davide Casaleggio - e non l'ex comico che si limita ad un collegamento video - vola a Bruxelles per incontrare gli eurodeputati. Il vertice serviva al figlio di Gianroberto a spiegare una decisione giunta per tantissimi eurodeputati a sorpresa ma, di fatto, si rivela inutile. Nel pomeriggio, nel gruppo Alde a prevalere è la corrente degli anti-M5S. Una corrente capitanata dalla francese Marielle De Sarnez (contraria ad un'alleanza definita «empia») e che, con il passare delle ore si ingrossa irrimediabilmente. «Rinunciamo all'accordo, non ci sono sufficienti garanzie e restano differenze fondamentali», annuncia Verhofstadt costretto, nelle prossime ore, a spiegare una mossa che rischia di affossare la sua candidatura alla presidenza del Parlamento Ue. Uno stop, quello di Alde, che innesca la piccata reazione del M5S e di Grillo. «Tutte le forze possibili si sono mosse contro di noi. Abbiamo fatto tremare il sistema come mai prima», tuona il blog del leader M5S mentre Alessandro Di Battista, pur precisando come l'accordo con Alde fosse puramente «tecnico», sottolinea: «il M5S è percepito in Italia e in Ue come un corpo estraneo. Il mio sogno è un gruppo autonomo, se andiamo da soli è meglio». E lo stop dell'Alde innesca la reazione, tra lo scherno e l'attacco, di tutti gli altri partiti. «Una farsa, l'operazione svendita dei vertici è fallito. Porte aperte ai penstellati delusi», afferma Matteo Salvini mentre dal Pd si grida al «ridicolo» e, in riferimento ai finanziamenti ai gruppi europarlamentari, si sottolinea: «è fallito l'assalto di Grillo al piatto di lenticchie». «È stata evitata una figuraccia europea», incalza  Enrico Zanetti, segretario di Sc, 'proiezione' italiana dei liberali Ue. Liberali ai quali, in realtà, non tutti nel M5S avevano strizzato l'occhio mentre dalla base, nonostante il sì della Rete, era arrivata un'ondata di scetticismo. E, dopo il 'nò di Alde, a finire sul banco degli imputati sono Grillo e Casaleggio: «irresponsabili, ora chiedete scusa», è l'urlo degli utenti sul blog.

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