NAPOLI. Tra l'ex pm e lo scrittore simbolo dell'anticamorra punzecchiature e polemiche andavano avanti da tempo se a dicembre 2012 Saviano paragonava de Magistris a Johnny Stecchino in quella scena del film in cui diceva che il problema di Palermo era il traffico e il primo cittadino gli replicava sottolineando che dallo scrittore non era mai arrivata una idea concreta per aiutare Napoli e successivamente aveva evidenziato che quelle critiche rappresentavano il fiancheggiamento di chi vuole male alla città.
Ora però, lo scontro ha raggiunto l'apice e i toni sono diventati durissimi. Il raid di un gruppo di giovani camorristi nel mercato della Duchesca a Napoli, con il ferimento di alcuni senegalesi che si erano rifiutati di pagare il pizzo sulle bancarelle e di una bambina che si trovava a passare in zona col padre, ha fatto da miscela esplosiva allo scontro. Saviano vs de Magistris, de Magistris vs Saviano.
Lo scrittore ha sottolineato che a Napoli nulla è cambiato negli ultimi tempi e non ha alcun senso esaltare l'aumento del turismo in città. Di buon mattino oggi il sindaco di Napoli ha deciso di postare sui social un lunghissimo e pesantissimo attacco a Saviano. Uno scenario di tensione mentre sullo sfondo c'è il vero e proprio anatema che ha lanciato il cardinale di Napoli, Crescenzio Sepe, in occasione della Festa dei popoli per l'Epifania.
Un duro attacco ai «guappi» che sparano all'impazzata e un elogio agli immigrati che non piegano la testa ai «prepotenti camorristi». Rivolgendosi direttamente a Saviano, de Magistris ricorda che «a Napoli più si spara, più cresce la tua impresa. Non posso credere che il tuo successo cresca con gli spari della camorra. Sei diventato un brand che tira se tira una certa narrazione. Vuoi vedere, caro Saviano, che ti stai costruendo un impero sulla pelle di Napoli e dei napoletani? Stai facendo ricchezza sulle nostre fatiche, sulle nostre sofferenze, sulle nostre lotte. Che tristezza. Non voglio crederci». Lo scrittore «è un caso all'incontrario. Più racconti che la camorra è invincibile e che Napoli è senza successo e più hai successo e acquisisci ricchezza».
E infine, un riferimento ai rischi di chi lotta contro le mafie: «Chi davvero - e non a chiacchiere - lotta contro mafie e corruzione viene dal Sistema fatto fuori professionalmente ed in alcuni casi anche fisicamente». Saviano usa lo stesso la sciabola: «Sindaco De Magistris, quando le mistificazioni della sua amministrazione verranno al pettine, a pugnalarla saranno i tanti lacchè, più o meno pagati, dei quali si circonda per mistificare la realtà, unico modo per evitare di affrontarla. Due sparatorie in pieno centro e una bambina di 10 anni ferita in un luogo affollatissimo della città: ma il sindaco è infastidito dalla realtà, a lui non interessa la realtà, a lui interessa l'idea, quell'idea falsa di una città in rinascita: problema non sono le vittime innocenti del fuoco della camorra, problema è che poi Saviano ne parlerà».
Il cardinale Sepe, dal canto suo, ha urlato «vergogna e dolore perchè c'è chi spara all'impazzata tra la gente e colpisce, in maniera bestiale, persone innocenti. C'è chi vigliaccamente vuole imporre la legge del pizzo a persone costrette a lasciare la propria terra. C'è chi fa il guappo per la forza irrazionale di una pistola». Bravi i «fratelli immigrati e minacciati», il loro «è un esempio forte da esaltare, seguire, imitare. Tutti dobbiamo dire basta ai soprusi e alle prepotenze, non abbassare la testa per assuefazione, reagire con dignità».
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