ROMA. «Sono al lavoro per concludere accordi che diminuiscano gli arrivi impedendo le partenze. C'è un triangolo di Paesi fondamentale: il Niger, con cui siamo vicini a chiudere un accordo, la Tunisia e la Libia». Lo annuncia il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in un'intervista alla Stampa in cui definisce inaccettabile la rivolta di Cona: «Noi ci muoviamo con rigore e umanità, abbiamo salvato molte vite ma non possiamo accettare da nessuno violazioni delle regole. Per questo dobbiamo accelerare su espulsioni e rimpatri».
«All'Onu dobbiamo portare l'attenzione sulla sicurezza e i grandi flussi migratori del Mediterraneo, e dobbiamo affrontare il problema alla radice: sono i conflitti che hanno sconvolto la Siria e l'Iraq all'origine dei flussi di milioni di rifugiati», dichiara Alfano.
Anche al G7 di Taormina «vorrei che ci fosse una postura accentuata sulla sicurezza nel Mediterraneo e il contrasto al traffico di esseri umani».
Sul fronte della sicurezza, «viviamo in un sistema di terrorismo globale che non ammette risposte nazionali», afferma Alfano, che si dice «non ancora soddisfatto» della cooperazione europea.
«Conosco i tempi dello Stato di diritto, ma qui ci sono le lentezze, le balbuzie di Stati che non scambiano informazioni. Dobbiamo rilanciare l'idea di una difesa comune: l'anniversario del Trattato di Roma, a marzo, sarà un energico rilancio del progetto europeo».
Nell'intervista Alfano risponde al generale libico Haftar, che ieri ha accusato l'Italia di essersi schierata dalla parte sbagliata: «Non abbiamo fatto una scelta a favore di qualcuno, sosteniamo il governo riconosciuto dall'Onu e aiutiamo chi lotta contro il terrore, compresi i feriti di Haftar».
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