ROMA. Le elezioni anticipate non sono un tabù e anzi, "in casi particolari" sono la "via maestra" anche se si tratta di "una scelta molto seria". Ma prima servono regole chiare "perché gli elettori possano esprimere, con efficacia, la loro volontà". E oggi queste regole non ci sono. Senza leggi elettorali omogenee per Camera e Senato rimane troppo alto il "rischio di ingovernabilità". Ecco il messaggio politico che il presidente della Repubblica ha proiettato nel 2017 e che certamente rimarrà scolpito nelle analisi dei partiti che sin dalla prossima settimana si troveranno a dover ragionare - e anche con una certa sollecitudine - sulla riforma della legge elettorale. Il secondo discorso di fine anno di Sergio Mattarella è tanto breve (appena 16 minuti) quanto denso di contenuti. Paletti e secchi richiami che superano le dinamiche politiche in senso stretto. Piuttosto analisi che affondano il bisturi nelle piaghe aperte della società italiana, almanaccate senza soluzione di continuità, senza ipocrisie pelose. Disoccupazione, smarrimento dei giovani, povertà e disagio sociale, la "patologia" della fuga all'estero di troppi concittadini in disperata ricerca di lavoro, l'inammissibile frequenza degli omicidi di donne. E ancora, la "frattura intollerabile" tra Nord e Sud, la corruzione, diffusa, invincibile. Ma soprattutto l'affermarsi di un sentimento ormai non più strisciante: "l'odio come strumento politico", la diffamazione e lo stalking sul web. Una malattia potenzialmente mortale che deve essere subito aggredita ritrovando lo spirito di solidarietà che pur la stragrande maggioranza degli italiani è ancora capace di manifestare, come successo nella corsa ad aiutare le vittime del terremoto. "Quello dell'odio come strumento di lotta politica non è un fenomeno nuovo, ma è in preoccupante ascesa. L'odio e la violenza verbale, quando vi penetrano, si propagano nella società, intossicandola. Una società divisa, rissosa e in preda al risentimento, smarrisce il senso di comune appartenenza, distrugge i legami, minaccia la sua stessa sopravvivenza. Tutti, particolarmente chi ha più responsabilità, devono opporsi a questa deriva", scandisce il capo dello Stato in diretta televisiva cercando il contatto con un'Italia che ha già dato segni preoccupanti di sfiducia e smarrimento. E analoga preoccupazione il presidente scarica sul web, strumento "rivoluzionario" ma che non può essere trasformato "in un ring permanente". Tutto il discorso del presidente - questa volta trasmesso da uno dei locali del Torrino del Quirinale - è teso alla ricostruzione del tessuto etico-morale di un Paese che vive in bilico tra voglia di combattere e cedimenti psicologici. Bisogna "ascoltare" le persone, dice più volte Mattarella. "saper ascoltare le ansie della gente", le "critiche" di chi la pensa diversamente e bisogna riuscire a rivitalizzare quelle "energie positive" che l'Italia continua ad esprimere e che il mondo ci invidia. Ecco perché non manca un richiamo all'Unione europea che mostra freddo egoismo rispetto al problema dei flussi. Così come Mattarella agli italiani dice con chiarezza che è "inaccettabile" far passare messaggi che identificano gli immigrati con i terroristi. "L'equazione immigrato uguale terrorista è ingiusta e inaccettabile, ma devono essere posti in essere tutti gli sforzi e le misure di sicurezza per impedire che, nel nostro Paese, si radichino presenze minacciose o predicatori di morte", aggiunge ringraziando anche le forze dell'ordine per il grande lavoro svolto in questi mesi per la prevenzione. Un discorso senza sconti con un filo conduttore, quello dell'impegno per le zone terremotate, che il presidente ha plasticamente portato nelle case degli italiani. Alle sue spalle infatti spiccava una tegola di Norcia dipinta dai ragazzi dell'istituto De Gasperi-Battaglia. Di particolare efficacia la "chiusa" del messaggio con il presidente che prende e porta davanti allo schermo un quadretto realizzato dai bambini di una scuola d'infanzia di Acquasanta Terme con un pensiero che Mattarella ha voluto condividere con gli italiani: "La solidarietà diventa realtà quando si uniscono le forze per la realizzazione di un sogno comune". Il manifesto del settennato di Sergio Mattarella.