PALERMO. Non piace alle opposizioni la norma targata Crocetta, approvata ieri all'Ars, che proroga i contratti e avvia la stabilizzazione dei precari siciliani. Secondo Forza Italia: «Anche questa volta il governo Crocetta si è contraddistinto per non essere riuscito a dare una soluzione all'annoso problema dei precari della pubblica amministrazione siciliana, mettendo l'ennesima pezza laddove avrebbe dovuto attuare un piano di stabilizzazione vero di questi lavoratori, divenuti ormai in molti casi la nervatura principale dei nostri comuni. - dice il capogruppo di Fi all'Ars, Marco Falcone -. Ci troviamo infatti di fronte ad un'altra proroga, provvedimento che per di più potrebbe essere impugnato dal governo nazionale, e all'inopportuna esultanza della maggioranza, per un traguardo a tutti gli effetti non raggiunto. La realtà è solo una: la montagna ha partorito un topolino. Il governo regionale avvii subito una interlocuzione seria con quello nazionale per ottenere in Parlamento una norma che salvaguardi realmente questo personale a cominciare da quello degli enti locali in condizioni di dissesto».
Malumori espressi anche dal vice presidente vicario dell'Ars Antonio Venturino (M5S) che nel corso dell'Aula di ieri pomeriggio, aveva presentato un emendamento, poi respinto con voto segreto dall'Aula, con cui si fissavano dei precisi paletti per non creare nuovi precari. «Con l'approvazione dell'articolo 3 comma 3 del disegno di legge che riguarda la stabilizzazione del personale precario è andato in scena il nuovo inganno della politica siciliana nei confronti delle migliaia di precari della pubblica amministrazione - dice Venturino. Su questo tema, rischiamo seriamente l'impugnativa da parte dello Stato che equivarrà a una sonora bocciatura a questa classe politica priva di alcun buon senso, ma alla continua ricerca del facile consenso».
«Se i primi due commi dell'articolo 3 sembrano individuare le basi di un percorso virtuoso di stabilizzazione possibile, così come avevo già proposto con due disegni di legge che giacciono ancora in commissione Lavoro - sottolinea Venturino - con l'approvazione del comma 3 si ribalta tutto l'impianto normativo, in barba alle disposizioni statali vigenti che limitano fortemente il ricorso a nuovi contratti flessibili nella pubblica amministrazione al limite di spesa fissato dallo Stato, e di conseguenza Regioni, Province Autonome, enti locali ed enti del Servizio Sanitario nazionale e la pubbliche amministrazioni in genere, non possono che adeguarsi». «Con questa esperienza all'Ars ho imparato - aggiunge Venturino - la pericolosità delle parole 'fatte salve' con le quali è possibile stravolgere in una legge quanto sostenuto poche righe prima. Infatti, con il testo approvato, un qualsiasi sindaco potrà decidere di assumere chiunque con contratti flessibili».
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