ROMA. Molte riconferme, qualche new entry e la trattativa con Ala-Scelta Civica da ultimare. L'intricata partita dei viceministri e sottosegretari poggia, di fatto, su questi tre punti. Ed è una partita sul quale il governo in queste ore stringe: le nomine dovrebbero essere formalizzate nel Consiglio dei ministri convocato giovedì prima della conferenza stampa di fine anno che il premier Paolo Gentiloni terrà alle ore 11.
Il giuramento, a quel punto, potrebbe anche avvenire la sera del 29 dicembre. La tempistica, definita "plausibile" da fonti del governo, non è ancora definitiva e non si esclude ancora del tutto l'ipotesi di uno slittamento: c'è da risolvere, in un modo o nell'altro, la trattativa con 'civici' e verdiniani.
E, non a caso, dalle parti di via Poli, sede di Ala-Sc, sono ore di contatti frenetici. Anche perché il no del premier all'ingresso nel governo ha esacerbato malumori e tensioni in un gruppo già demoralizzato dalla sconfitta del Sì e che ha optato per non votare la fiducia al governo Gentiloni.
Una rottura che, però, non ha interrotto la tela di Denis Verdini, tornato oggi a Roma con altri 'big' del partito. La trattativa, insomma, non è mai stata del tutto chiusa anche perché un'esclusione di Ala-Sc dal 'sottogoverno' aumenterebbe il rischio implosione di un gruppo oggi 'stretto' anche dall'opposizione dialogante messa in campo da FI con il nuovo governo.
Una posizione, quella di Silvio Berlusconi, che allo stesso tempo mina il potere contrattuale dei verdiniani, nei mesi scorsi numericamente determinanti a Palazzo Madama. Da qui la possibilità che Ala-Sc figuri tra le nomine del prossimo Cdm.
A Gentiloni, raccontano, sarebbe stata chiesta una quota capiente di poltrone. Difficile che la richiesta trovi interamente il placet del premier. Più probabile la riconferma di Enrico Zanetti che, tuttavia, in Ala-Sc, non reputano sufficiente. La trattativa, insomma, è ancora aperta a qualsiasi soluzione.
"Vogliamo sapere se siamo o no in maggioranza, se lo siamo riteniamo giusto trovare un posto in un governo più collegiale di quello Renzi", sottolinea Ignazio Abrignani ribadendo la richiesta di "una legittimazione politica" di Ala-Sc. Al quale, alla fine, non è escluso che tocchino due o tre sottosegretari (incluso Zanetti).
Chi invece si è tirato fuori è Saverio Romano: "Grazie ma non sono interessato", spiega il capogruppo Ala-Sc alla Camera. Per il resto le caselle che subiranno maggiori 'scossoni' sembrano quelle dell'Istruzione (con il dem Davide Faraone che potrebbe traslocare alle Infrastrutture) e dello Sport, il neoministero guidato da Luca Lotti e che, come sottosegretario, potrebbe registrare l'ingresso dell'ex campionessa paralimpica Laura Coccia.
Confermati tutti o quasi i posti in quota Ncd, verso la riconferma agli Affari Ue anche Sandro Gozi mentre la delega ai Servizi potrebbe restare allo stesso Gentiloni. In chiave Pd, inoltre, lo scacchiere del sottogoverno si incrocia con quello della segreteria Pd, che Matteo Renzi si appresta, già nelle prossime settimane, a ritoccare ampiamente, con il possibile ingresso di Tommaso Nannicini. Un fattore che aumenta il numero di riconferme tra gli oltre 40 sottosegretari che Gentiloni nominerà.
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