AMATRICE. "Possiamo essere orgogliosi di questo incredibile gioco di squadra che c'è stato tra le istituzioni: posso assicurare che l'Italia non dimentica questi luoghi. Il Governo, dopo l'impegno eccezionale di Matteo Renzi, manterrà il tema della ricostruzione al centro della sua agenda".
Il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni, sintetizza così, nella nuova mensa nell'area food, appena inaugurata ad Amatrice, il significato della sua visita in questa vigilia di Natale ai luoghi colpiti dal terremoto. Un giro in tre tappe, iniziato questa mattina a Norcia, la città di San Benedetto, pesantemente colpita dal sisma del 30 ottobre scorso.
Quindi, accompagnato dalla moglie, che così ha inaugurato la sua prima uscita pubblica da first lady, si è recato a San Ginesio nelle Marche e infine appunto ad Amatrice, in provincia di Rieti, il luogo simbolo della tragedia del 24 agosto. Assieme al Presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, il Commissario Vasco Errani, il capo della Protezione Civile, Fabrizio Curcio e il sindaco Sergio Pirozzi, ha reso omaggio ai 248 caduti del sisma, davanti alla lapide eretta in memoria della tragedia.
Quindi ha fatto visita alla zona rossa. "Difficile - ha aggiunto il premier - non portare Amatrice nel cuore dopo le immagini terribili ma anche molto belle che ho visto oggi. Qui non stiamo pensando solo a ricostruire, ma anche al futuro, valorizzando le vocazioni dei territori. Amatrice - ha sottolineato - è ormai un simbolo nel mondo: ciò comporta grandi potenzialità ma anche grande responsabilità".
In precedenza, a Norcia, il premier aveva sottolineato come la riapertura del centro storico fosse "un segno di volontà di riprendere, di ricostruire e soprattutto di guardare al futuro". Quindi, a San Ginesio, aveva confermato che le risorse per la ricostruzione "ci sono", ma che ora "bisogna che ci sia anche l'impegno di tutti per superare strozzature burocratiche e per andare avanti molto rapidamente".
Qui, in questo luogo conosciuto come la "la città delle cento chiese", Gentiloni ha sottolineato che "l'esigenza numero uno sono le scuole", quindi "mettere in sicurezza i beni culturali, le chiese, i simboli di San Ginesio". "Abbiamo ancora molto da fare - ha concluso prima di fare ritorno a Roma - ma oggi sento di essere ottimista, per il tanto lavoro che abbiamo fatto, in così poco tempo, tutti assieme, uniti, dalle forze dell'Ordine, a quelle militari, dalla Protezione Civile ai volontari. Uno sforzo comune che mi fa sentire orgoglioso".
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