ROMA. Ogni giorno ha la sua croce per la giunta di Virginia Raggi. Ormai un calvario. Appena uscita dalla crisi per l'arresto di Raffaele Marra con le nomine di vicesindaco e assessore all'Ambiente, ecco arriva la bocciatura del bilancio di previsione dall'Organismo di revisione economica e finanziaria (Oref) del Campidoglio. Una battuta d'arresto che rischia di far scattare l'esercizio provvisorio, con lo spettro del commissariamento del Comune. Le opposizioni attaccano e con accenti diversi chiedono le dimissioni della sindaca M5S, dell'assessore al Bilancio Andrea Mazzillo - ancora ieri in lizza per diventare vice Raggi - o l'intervento di Beppe Grillo.
La notizia del parere «non favorevole» dei revisori dei conti arriva in Assemblea capitolina in un giorno aperto dalla comunicazione di Raggi sulla sostituzione dell'assessore Paola Muraro con Pinuccia Montanari e del vicesindaco Daniele Frongia con l'altro assessore Luca Bergamo. Intanto l'ex direttore del Personale Raffaele Marra è interrogato in carcere dai pm che ce l'hanno spedito con l'accusa di corruzione. Secondo i suoi legali non gli chiedono dei rapporti con la sindaca; lei all'uscita della messa all'Aracoeli dice di non temere nè le dichiarazioni di Marra nè l'esposto dell'ex capo di gabinetto Carla Romana Raineri. «Marra non mi ricattava», risponde Raggi ai cronisti.
In mattinata l'amministrazione aveva annunciato verifiche sugli atti di Marra, già ex capo gabinetto. Mentre la sindaca esce di nuovo dal Campidoglio per un ricevimento al Quirinale, in Assemblea il presidente M5S Marcello De Vito comunica che l'Oref ha bocciato la manovra provvisoria 2017-2019 dell'assessore Mazzillo, subentrato al supertecnico dimissionario Marcello Minenna. Mazzillo, molto vicino a Raggi, fa solo una capatina in Aula. A novembre rivendicava di averlo presentato nei termini di legge.
Le opposizioni, lasciate sole in aula mentre M5S si riunisce, prima rumoreggiano, poi attaccano. «Non era mai successo, è una bocciatura clamorosa» per la capogruppo Pd Michela Di Biase, che non chiede alla giunta di lasciare, bensì di «riportare la discussione sul bilancio in Aula, e facciano quadrare i conti».
«La cosa peggiore è che in sei mesi a #Roma si è parlato solo di nomine e poltrone - dice l'ex candidato sindaco dem Roberto Giachetti -. Oggi, purtroppo, assistiamo ai primi drammatici risultati». Stefano Fassina di Si-Sel, ex viceministro dell'Economia, si appella a Beppe Grillo: «Valuti se ci sono le condizioni per proseguire, secondo noi non ci sono». Fdi-An con Fabrizio Ghera invoca le dimissioni di Raggi, mentre Alessandro Onorato (Lista Marchini) ricorda: «L'ex ragioniere generale Stefano Fermante li aveva avvisati, ma la giunta Raggi ha sottovalutato la vicenda». Fermante si è dimesso lasciando una relazione che è un Sos sullo stato delle finanze capitoline.
L'Oref in sostanza dice che i conti sono sbagliati, che non si è considerato il piano di rientro e sono state ignorate spese importanti come quelle per la metro C e gli oneri derivanti da debiti. Insomma è quasi tutto da rifare. «Senza pudore. Le opposizioni, Pd in testa, si permettono di applaudire e gridare all'annuncio in Aula del parere Oref - scrive su Fb il capogruppo M5S Paolo Ferrara - Di fronte al rischio di dover operare in dodicesimi, senza poter programmare gli interventi per la città, loro esultano. Questo è il loro rispetto per i romani». Ma senza il bilancio e con l'esercizio provvisorio il rischio caos in città non è più solo un'ipotesi lontana.
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