MILANO. "Torno a fare il Sindaco, certo della mia innocenza verso un’accusa che non costituisce un condizionamento della mia attività". Giuseppe Sala fa un passo indietro e annuncia, in una lunga lettera ai cittadini pubblicata sul suo profilo Facebook, la fine della sua "autosospensione" servita a capire le accuse per cui è indagato nell'inchiesta sulla piastra, l'appalto più importante dell'esposizione universale. "Nella serata di giovedì scorso ho appreso da numerose fonti giornalistiche, prima in modo confuso e poi in forma più chiara, di essere stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura Generale di Milano, che ha ritenuto di dover ulteriormente indagare su fatti già oggetto di anni di inchieste della Procura della Repubblica e per i quali era stata già formulata richiesta di archiviazione - spiega - Nessuna comunicazione ufficiale mi era stata fatta al riguardo, nessun avviso di garanzia mi era stato notificato, non avevo nessuna informazione in merito alle ipotesi accusatorie". Davanti alla notizia appresa dalla stampa, il primo cittadino è rimasto stupido ed è per questo che decise di autosospendermi, "poiché su un punto non si può transigere: un professionista, un uomo d’azienda e, tanto più, un amministratore pubblico hanno nell’integrità morale l’elemento insostituibile della propria credibilità", aggiunge. Ne va della dignità personale e della concreta possibilità di agire nell’esclusivo interesse dei cittadini. "So di aver agito sempre nell'unico interesse di portare Expo 2015 al successo, con tutte le opere pronte il giorno dell'inaugurazione. Come so perfettamente di non aver mai goduto di nulla che non fosse il mio regolare stipendio e di non aver mai utilizzato i miei poteri per favorire qualcuno".