ROMA. Il risultato referendario galvanizza i 5 Stelle che per la prima volta si trovano, seriamente, a fare i conti con la possibilità di poter ambire al governo del Paese. Ma, un pò per scaramanzia un pò per scarsa fiducia nei sondaggi, il M5s sembra trovarsi un pò spiazzato dal voto e, soprattutto, dal rapido evolversi di una situazione che non era stata davvero soppesata per le sue ricadute: la prospettiva seria di governare e la strategia da seguire per farlo.
E sembra avverarsi la profezia di quanti nel Movimento avevano fino a ieri criticato il mancato avvio di una seria riflessione su come organizzarsi per la costruzione di un programma e, soprattutto, di una squadra di governo. Ma Beppe Grillo non si scoraggia. Anzi. Subito dal blog detta la linea: «Dalla prossima settimana inizieremo a votare online il programma di governo e in seguito la squadra di governo».
Il primo punto del programma arriva subito: è quello energetico con l'obiettivo di puntare tutto sulle rinnovabili. Sul blog gli iscritti al Movimento plaudono ma è palpabile una leggera delusione: «In Italia ci sono delle criticità molto più urgenti. Nell'ordine di priorità metterei: lavoro, economia, istruzione, sanità, immigrazione» si lamenta ad esempio un'attivista. Alessandro Di Battista arriva in soccorso: «Hanno bloccato un Paese su queste riforme inutili e dannose al posto di occuparsi dei problemi reali. Noi continuiamo le nostre battaglie. In primis quella per il reddito di cittadinanza» avverte con un post. Ma il vero nodo, quello della «squadra» per ora viene ancora rinviato.
«Prima il programma, poi penseremo alla squadra» è l'ordine di scuderia che deve vedersela però con le non sopite divisioni che stanno fiaccando i parlamentari. Domani sera ci sarà una riunione congiunta di deputati e senatori per fare il punto sull'esito del voto: ma è anche la prima occasione in cui le «correnti» torneranno ad incontrarsi dopo gli scontri su Roma e sulla vicenda delle firme a Palermo. A Torino Virginia Raggi ha teso una mano a Roberta Lombardi, plaudendo alla sua proposta sui costi della politica. Ma un appello ad un confronto franco per arrivare alla costruzione di una squadra di governo compatta arriva dal braccio destro di Davide Casaleggio, l'ex candidato sindaco di Bologna Massimo Bugani. «Bisogna che tutti mettano da parte personalismi in nome di un obiettivo più grande. Meglio perdere con una corazzata che vincere con una squadra di persone non fidate» avverte.
Luigi Di Maio, al momento il più papabile candidato a guidare la squadra, è sempre più cauto: «al referendum ha perso l'arroganza al potere, da cui impareremo tante cose nella formazione del nostro governo» dice promettendo di voler rivolgere la proposta del Movimento anche agli elettori che hanno votato Sì. Intanto però il M5s ha già deciso che punterà tutto per andare al voto con l'Italicum e vuole arrivare ad una versione analoga, corretta dalla Consulta, anche per il Senato. E qualcuno dentro il Movimento già storce il naso per l'inutile («non verrà mai votata») incoerenza.
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