PALERMO. Governo nuovamente battuto in Aula. Segno che sulla manovra economica per effettuare alcune operazioni finanziarie la maggioranza è ancora spaccata. Dopo i fondi a Comuni e Province stanziati ieri, i deputati avrebbero voluto prevedere anche somme per enti e sigle amiche ma hanno trovato il parere contrario della Presidenza dell’Ars e del governo. Così il dibattito sulle norme rimaste è stato segnato dai malumori dell’Aula.
A farne le spese è stata una norma (la prima affrontata alla ripresa dei lavori) che avrebbe “prestato” a 11 Comuni siciliani 5 milioni di euro per pagare una salatissima multa dell’Ue a causa di discariche abusive mai bonificate. A votare contro sono stati anche i 5 Stelle, che su questa vicenda hanno sempre chiesto di far pagare il conto agli amministratori locali responsabili.
Colpa di undici discariche illegali costruite una più di venti di anni fa, quando non c’erano particolari vincoli ambientali. Poi nel 2003 l’Europa chiese di bonificare tutto ma i Comuni, in 12 anni, non hanno mai provveduto. Così nel 2015 è arrivata una maxi sanzione da quasi 2,5 milioni (circa 200 mila euro a discarica) ogni sei mesi di ritardo.
A fine 2015 la multa è salita a 5 milioni. I Comuni interessati sono San Filippo del Mela, Cammarata, Racalmuto, Siculiana, Leonforte, Paternò, Monreale, Mistretta, Cerda e Priolo Gargallo. Dall’elenco è stata esclusa una dodicesima discarica, di Augusta, così come comunicato dall’eurodeputato Ignazio Corrao che di questa vicenda ne ha fatto un cavallo di battaglia. Al momento comunque quasi tutti gli attuali sindaci stanno tentando un ricorso per evitare di pagare sostenendo che le bonifiche sono di competenza regionale e che il finanziamento in giunta è arrivato solo da alcuni mesi.
La multa dell’Ue viene fatta allo Stato che a sua volta si rivale sulla Regione e a cascata sui Comuni. Il governo aveva stanziato delle somme in giunta per aiutare i Comuni a effettuare le bonifiche e adesso era venuta incontro agli enti locali interessati per sostenerli nel pagamento di questa sanzione, attraverso un prestito che doveva essere recuperato nell’arco di cinque anni. Ma al primo voto su una proposta dell’opposizione di soppressione dell’articolo, il governo è stato battuto.
Intanto il governo è stato nuovamente battuto su una norma che stanziava 50 mila euro all'Anci per uno studio sul fabbisogno di personale nei Comuni, atto propedeutico al processo di stabilizzazione. Di fronte a una maggioranza che si è sfaldata, Ardizzone ha invitato l'assessore Baccei a un maggior dialogo coi deputati.
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