PALERMO. No all' assalto alla diligenza, a norme che nulla hanno a che vedere con l assestamento di bilancio. L' altolà, insieme a una bacchettata al governo, arriva dal presidente dell'Ars Giovanni Ardizzone, pronto a cassare articoli ed emendamenti che non rispettino lo spirito tecnico della legge. «Bisogna avere chiaro - dice - che si tratta di un assestamento di bilancio, una legge che sostanzialmente deve iscrivere nel bilancio dell'esercizio in corso l'avanzo o il disavanzo del precedente esercizio risultante dal rendiconto. È ammissibile, per esempio, che il governo, nella fase di assestamento, si faccia carico e dia copertura oltre che ai Comuni, alle ex Province e al relativo personale e ai precari, ma tante altre norme si possono pure rinviare».
Cosa significa?
«C' è un rendiconto approvato a ottobre in base al giudizio di parifica della Corte dei Conti. Con l' assestamento di bilancio si deve soltanto accertare le entrate e le uscite e "calare" residui attivi e passivi o altre questioni di carattere finanziario. La manovra di assestamento insomma non è una variazione di bilancio. Siamo innanzitutto di fronte a una questione di carattere tecnico ma anche politico».
Invece cosa è accaduto?
«Il governo ha portato avanti ulteriori variazioni, la questione Expo (lo stanziamento di 1,2 milioni per una manifestazione collaterale al G7 di Taormina il prossimo anno, ndr) ad esempio è una variazione di bilancio. La prima norma di cui il governo si doveva fare carico era invece la questione dei 115 milioni per inve stimenti destinati ai Comuni. Il governo avrebbe dovuto porsi il problema già a febbraio. Non è stato fatto e così mettiamo in difficoltà i Comuni».
Sono soldi che dovevano essere trasferiti ai Comuni per investimenti che invece non sono ancora arrivati...
«È chiaro che la questione è complessa e articolata, si tratta di fondi Pac. Il punto è che i Comuni hanno fatto i loro bilanci anche sulla base di quei soldi. Non trasferendoli li portiamo automaticamente al dissesto. Dobbiamo invece dare certezza dei trasferimenti, è questa la questione numero uno. E non mi interessa chi sia il responsabile ma è chiaro che c' è un' omissione del governo: non possiamo mandare i Comuni in dissesto per responsabilità del governo».
Il governo ipotizza un mutuo da 65 milioni per recuperare i soldi...
«C'è stato un incontro con l'associazione dei Comuni e gli assessori Baccei e Lantieri, è emerso che mancano almeno 65 milioni. Li debbono trovare, il governo deve trovare il modo di trasferire questi soldi. Leggo polemiche sul contenimento dei costi: non è una gara a chi risparmia di più, il dato è che oggi la Regione ha trasferito molto meno di quello che era previsto. A febbraio durante un' assemblea a Palazzo dei Normanni era stato stabilito invece che quei soldi servivano a pagare i mutui».
A proposito dell'assestamento, cosa comporta questa impostazione che lei critica?
«Sarò costretto a rendere inammissibili molti articoli che non rientrano nella fattispecie contabile giuridica dei principi di assestamento di bilancio. Ma c'è anche un dato più politico. Siamo in notevole ritardo con bilancio e finanziaria 2017. Se tutti, a cominciare dal governo, fanno la corsa a finanziare questo o quell' altro, significa che il governo per pri mo sa che non sarà in grado di fare il bilancio entro il 31 dicembre».
Ci sono però molte norme che sono state inserite attraverso gli emendamenti presentati dai deputati...
«Tutte le materie estranee e che non sono passate dalle commissioni di merito non saranno ammesse».
Quali ad esempio?
«Ne cito alcune, a memoria, solo a titolo di esempio: la riapertura dei termini per presentare istanza di prepensionamento, la modifica al testo unico per le elezioni dei consigli comunali, la modifica alla legge regionale in materia di attività cinofile, la norma di interpretazione autentica in materia sindacale. Ma stiamo scherzando?».
Ci sono anche una serie di contributi a pioggia, che fine faranno?
«Sarà fatta un' attenta valutazione O se violano i principi generali di astrattezza, in assenza di apposita relazione tecnica faranno la fine dovuta: saranno cassati».
Cosa si salva allora di questa manovra?
«Si salvano le parti tecniche, quello che dovrebbe essere realmente un assestamento. Ma guardando questa manovra, come dicevo, il dato politico è la consapevolezza del governo di non poter approvare il bilancio entro il 31 dicembre.
Abbiamo chiuso l' accordo con lo Stato da cui derivano 1 miliardo e 400 milioni. Le cose sono due: o le somme ci sono e quindi si fa la Finanziaria entro il 31 dicembre o significa che queste somme non ci sono».
Tutto ciò significa che c' è un problema nella maggioranza?
«Un problema di maggioranza c'è sempre stato perché Crocetta non ha mai avuto una maggioranza. Ma equilibri traballanti non possono essere il motivo per procedere così. Con questa manovra il governo ha fatto delle forzature inserendo norme di carattere sostanziale mentre invece non si è posto il problema dei Comuni. In conferenza dei capigruppo si era concordato che serviva un tavolo politico, richiesto dalle opposizioni ma in accordo con i gruppi di maggioranza. Poi invece in seconda commissione c' è stato questo "assalto continuo" rincorrrendo il governo».
Cosa succede quindi adesso?
«Il governo si deve presentare in aula con una proposta di assestamento che abbia carattere tecnico e dia certezze ai Comuni. Tutte le altre questioni "nobili" saranno invece affrontate in Finanziaria e diffido il governo a presentarla subito».
L'assestamento va approvato entro il 30 novembre, così non si allungano i tempi?
«No, tutt' altro. Si semplifica la manovra di assestamento, depurandola dagli orpelli».
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