PESCARA. E' polemica nel fronte referendum dopo le parole del premier Matteo Renzi che, a un'iniziativa per il "Sì" a Potenza, ha definito il fronte del no "l'ennesima accozzaglia di tutti senza un ragionamento alternativo". "C'è una parte della vecchia classe politica che è sempre stata a favore delle riforme e ora è contro solo perché vuole tornare. Spero nessuno si spaventi - scherza - vi mostro una foto dei sostenitori delle riforme". Il premier ha mostrato poi come sarà il volantino, che illustrerà cosa cambia in caso di vittoria al referendum: "Se vince il No non cambia nulla", c'è scritto. Tra le repliche c'è quella di Stefano Parisi, che intervenendo nella sala consiliare del Comune di Pescara ad un'iniziativa del centrodestra per il 'no", ha detto: «È sbagliato, un leader politico e di governo non può spaccare il Paese così, non può offendere quei tanti italiani che votano 'no", ma dovrebbe invece unire il Paese come sta facendo il presidente della Repubblica». «Il fronte del 'no" non è un'accozzaglia per sua fortuna è variegato: i nostri motivi sono diversi da quelli della Cgil, D'Alema o Zagrebelsky, siamo lontanissimi anche perchè abbiamo in mente un'idea di riforma molto più ambiziosa», ha concluso Parisi. « La trasversalità del dissenso nei confronti del referendum, che contempla anche una parte consistente del suo partito, è invece indice della consapevolezza che accomuna mondi diversi sulla necessità di fermare una riforma autoritaria e pericolosa», afferma il senatore di Fi Renato Schifani. E ancora Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera dei deputati, scrive su Facebook: «#referendum #Renzi #Mattarella Il presidente della Repubblica, lo ricordiamo bene, aveva invitato i due fronti contrapposti al referendum costituzionale a condurre una campagna sul merito della riforma e ad abbassare i toni dello scontro politico. Il fronte del No, per quanto possibile, ha seguito questa indicazione. Renzi, come testimoniano le assurde dichiarazioni di queste ultime ore, assolutamente no». «Il premier mai eletto - spiega - ha etichettato il fronte del No come 'accozzaglia" ed ha esposto al pubblico ludibrio alcuni esponenti che, con decisione e determinazione, dicono No a questa schiforma con un volantino degno del ventennio fascista. Ricordiamo che in un referendum i Comitati rappresentano a tutti gli effetti dei poteri dello Stato. Che un presidente del Consiglio si permetta di insultare con metodi squadristi i Comitati per il No, e dunque poteri dello Stato che lui stesso pro tempore dovrebbe governare, è semplicemente inaccettabile e non degno di una democrazia matura di un Paese occidentale. Magari sarebbe il momento che dal Quirinale arrivasse qualche condanna ufficiale a questo tipo di comportamenti che dividono e spaccano ancor di più un Paese dilaniato da una schiforma della quale nessuno sentiva il bisogno».