ROMA. L’opinione pubblica, secondo l’ultima fotografia scattata dall’Istituto Demopolis prima del black out elettorale, resta di fatto spaccata, con il No in lieve vantaggio. Se il Referendum si tenesse oggi, con più di 4 italiani su 10 orientati verso l’astensione, il 36% opterebbe per il Sì, il 39% sceglierebbe il No: determinante risulterà il 25% di elettori che si dichiarano ancora indecisi a poco più di 2 settimane dall’apertura delle urne. “La percentuale di incerti – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – cresce intorno al 30% in Sicilia e nelle regioni del Sud, dove al momento appare più bassa della media nazionale, sotto il 50%, la tendenza alla partecipazione al voto. La sfida referendaria non sembra appassionare particolarmente gli elettori siciliani e del Mezzogiorno”. Ripercentualizzando i dati in proiezione elettorale, in assenza di quanti non hanno ancora deciso, il 48% confermerebbe la Riforma Costituzionale, il 52% la boccerebbe. La forbice nazionale stimata da Demopolis oscilla tra il 45 ed il 51% per il Sì, e tra il 49% ed il 55% per il No. Con un quarto di elettori ancora incerti, nelle ultime due settimane di campagna elettorale resta possibile un recupero del Sì, ma anche un ulteriore incremento del No che potrebbe sfiorare i dieci punti di vantaggio. Il trend storico, tracciato negli ultimi mesi da Demopolis per il programma Otto e Mezzo, conferma ampiamente la fluidità del voto: il Sì, che ad aprile era al 58%, perde 10 punti in 4 mesi; risale poco sopra il 50% all’indomani dell’annuncio da parte del Governo di alcune misure della legge di Stabilità. Nelle ultime settimane il No torna in vantaggio di 4 punti, con il Sì posizionato oggi al 48% in una consultazione che appare sempre più caratterizzata dalla polarizzazione sulla figura di Renzi. “La sfida elettorale – afferma il direttore dell’Istituto Demopolis Pietro Vento – ha ormai assunto significati che vanno ben oltre il tema referendario, ancora di più nel Sud. Appena 4 su 10 dichiarano che esprimeranno un voto sui contenuti della Riforma; la maggioranza assoluta degli intervistati, il 56%, ammette invece, con chiarezza, che si recherà alle urne per esprimere un giudizio sul Governo Renzi: una quota che cresce ulteriormente nel Mezzogiorno ed in Sicilia. Di fatto – prosegue Pietro Vento – è come se gli italiani andassero a votare su 2 quesiti, uno contenuto nella scheda elettorale, l’altro nel dibattito politico e mediatico degli ultimi mesi”. Due incognite pesano sulla sfida referendaria che deciderà il futuro volto politico ed istituzionale del Paese. 7 milioni di italiani sono ancora incerti sulla scelta di voto; oltre 5 milioni affermano di non aver ancora deciso se votare o astenersi. “Se il ruolo degli indecisi resta fondamentale, a risultare determinante, soprattutto in Sicilia e nel Sud – spiega il direttore di Demopolis Pietro Vento – sarà soprattutto la motivazione dei cittadini a recarsi alle urne: una variabile in grado di modificare di diversi punti percentuali, a favore dell’uno o dell’altro fronte, il risultato elettorale del 4 dicembre”.