ROMA. Dopo il voto mi allontano dalla politica italiana ma lasciando un'eredità, quella della rete per il No costruita in questi mesi, che possa essere utile per la costruzione di una nuova sinistra. Massimo D'Alema sembra rivolgersi a Matteo Renzi quando oggi, a sorpresa, annuncia il suo «buen retiro» a Bruxelles, a presiedere la Fondazione culturale dei Socialisti europei, subito dopo il voto del quattro dicembre. Un'uscita garantita dall'ex premier «sia che vinca Il No che il Sì», precisa parlando a margine della kermesse di 'Alternative - associazione a sinistra che si svolge a Roma. Ma non solo. D'Alema non vuole buttare tutto il lavoro fatto in queste settimane di durissima contrapposizione al fronte del Sì e per questo annuncia una sorta di successione politica: «cosa farò il 5 dicembre? I Comitati 'scelgo Nò crescono e recuperano militanza, recuperano chi se nèera proprio andato. Io il 5 dicembre mi porrò il problema di consegnare le chiavi di questa rete, ma ho già in mente qualcuno», assicura senza fare il nome dell'erede. «Tornerò ai miei studi bruxellesi che - aggiunge - spero siano utili anche alla sinistra italiana. Non credo che questa rete di partecipazione debba sciogliersi ma credo debba spendersi per una battaglia politica della sinistra per il futuro». E a chi gli chiede se rinnoverà la tessera del Pd replica così: «credo che sia quinquennale...». Dall'altra parte del Pd intanto la ministra Maria Elena Boschi continua il suo tour a favore delle ragioni del Sì e oggi da Brescia chiede a tutti di leggere bene prima il testo della riforma costituzionale e poi di votare. «Se una legge serve dobbiamo approvarla nei tempi che servono e devono essere tempi certi. La riforma - aggiunge - non limita la democrazia ma la burocrazia. Abbiamo bisogno di un sistema più semplice con meno regole ma uguali per tutti».