ROMA. In queste ore «il mondo saluta l'elezione di Trump. A nome dell'Italia mi congratulo con lui e gli auguro buon lavoro convinto che l'amicizia resti forte e solida». Lo ha detto il premier Matteo Renzi sottolineando che «questo è il punto di partenza per tutta la comunità internazionale anche al netto di certe diffidenze da campagna elettorale. È un fatto politico nuovo - ha concluso - che assieme ad altri dimostrano come siamo in una stagione nuova». «Dobbiamo scrollarci di dosso la rassegnazione, che è quella che ci fa dire "questo ce lo chiede l'Europa". È ora di finirla di farci dire le cose dall'Ue, è ora di dire noi cosa chiediamo all'Europa». Lo ha detto il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, nel corso del suo intervento all' inaugurazione dell' anno accademico della Scuola di perfezionamento per le forze di Polizia. «In un tempo di smarrimento globale, di incertezza - ha aggiunto il premier - l' Italia deve avere la forza di rappresentarsi per quello che è, una grande comunità». Secondo Renzi, dunque, «il mondo globale esalta le occasioni dell' Italia» e per questo «bisogna scrollarsi di dosso la rassegnazione». «È ora di dire noi cosa chiediamo all'Europa - ha ribadito - I problemi ci sono, ovvio, ma deve essere chiaro che l' Italia li sa affrontare con la consapevolezza di ciò che rappresenta». Questo governo, ha concluso, «ha un'idea chiara sull' Italia: in un mondo che cambia il nostro Paese ha un ruolo superiore rispetto al passato. Nelle emergenze siamo già bravi, dobbiamo migliorare nella fase di costruzione, prevenzione e nella nostra consapevolezza di essere uno Stato». Il referendum non sarà sul merito della riforma «ma di natura politica: la vecchia classe dirigente vuole tornare a prendersi il potere e usa verso i sindaci argomenti vecchi che i sindaci devono pensare ad amministrare altro che fare i senatori, per decenni hanno teorizzato una presunta superiorità dell'amministrazione centrale e hanno prodotto questo rapporto stato centrale e autonomie locali. La sfida è dimostrare che i sindaci sono classe dirigente paese». Così Matteo Renzi incontrando a Roma i sindaci per il sì.