PALERMO. «Il ”No” al referendum è un modo per far saltare l'Italicum, il resto sono chiacchiere. Su quel foglietto c'è scritto stai sereno, ma io voto no». Cosi Pierluigi Bersani oggi a Palermo per partecipare a un dibattito sul referendum, organizzato dal centro Pio La Torre.
«Mi preoccupa l'incrocio tra il referendum e l'Italicum, con un 'governo del capo' e parte del Parlamento nominato - prosegue Bersani -. Non sto parlando di noccioline. Non posso tollerare questo rischio con conseguenze gravissime, mi spiace».
Sui fischi e le contestazioni di ieri alla Leopolda contro i sostenitori del No, è dura la risposta dell'ex segretario del Pd: «"Fuori fuori"? I leopoldini possono risparmiarsi il fiato, vanno già fuori parte dei nostri. Io sto cercando di tenerli dentro, ma se il segretario dice fuori fuori bisognerà rassegnarsi».
"Scissione? Il partito è casa mia e non lo lascerò mai. E per cacciarmi non basta una Leopolda, ci vuole l'esercito". Lo dice Pierluigi Bersani a Palermo.
«Provo grande amarezza. Vedo un partito che sta camminando su due gambe, l'arroganza e la sudditanza. Cosi non si va da nessuna parte».
«Un partito che è al governo e ha la maggioranza in Parlamento e pone la fiducia sull'Italicum non può certo cavarsela con un foglietto fumoso - conclude -. Penso che Renzi voglia tenersi mano libere, altrimenti ci sarebbe stato qualcosa di serio. Sul tema della costituzione non esiste una disciplina di partito. Il segretario deve dare indicazione poi ognuno sceglie con propria testa».
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