Terremoto, Renzi: ricostruiremo case, chiese e negozi. Le risorse? Ciò che serve lo prendiamo
ROMA. «Noi ricostruiremo tutto. Case, chiese ed esercizi commerciali». Lo ha assicurato il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Sono territori meravigliosi. Non possiamo avere uno sguardo burocratico. Vogliamo che Norcia abbia un futuro e per farlo dobbiamo rimettere a posto case, chiese e ed esercizi commerciali». «Domani riuniremo il Consiglio dei ministri», coinvolgendo nelle decisioni «i presidenti delle Regioni, Vasco Errani e Curcio per condividere le decisioni». Lo ha detto il premier Matteo Renzi in una dichiarazione a Palazzo Chigi sul terremoto, a seguito della fortissima scossa 6.5 registrata oggi tra Norcia e Preci. «Al momento nonostante questa gravità impressionante del sisma più grave da quello in Irpinia non c'è nessuna perdita di vite umane», ha detto il presidente del Consiglio Matteo Renzi. «Siamo estremamente confortati - ha rilevato - dal fatto che non ci sono vittime. Sono in corso accertamenti. Fino all'ultimo manteniamo la nostra attenzione sul numero dei feriti». «Le popolazioni del territorio devono sapere che abbiamo bisogno di prendere un impegno chiaro: tutto sarà ricostruito in tempi certi. Ciò che serve lo prendiamo e se serve di più l'Europa non lesinerà nella ricostruzione dei luoghi che sono l'anima del nostro paese e se l'anima è inquieta anche il resto del paese sta male», ha chiarito Renzi, dicendo no «a qualsiasi impedimento tecnocratico». «Non faremo sconti di nessun genere e chiederemo forte alle popolazioni di aiutarci». Riferendosi alle zone colpite dal sisma, Renzi osserva: «sono Territori meravigliosi. Non possiamo avere uno sguardo burocratico. Vogliamo che Norcia abbia un futuro e per farlo dobbiamo rimettere a posto case, chiese ed esercizi commerciali. Penso alla chiesa di San Benedetto, che è il Patrono d'Europa. Oggi - ribadisce Renzi - il significato profondo della Ue è nella ricostruzione come era di tutto il territorio interessato dal terremoto. È un pezzo di identità italiana». «In questo momento - dice ancora il presidente del Consiglio - la nostra preoccupazione tutta su persone, storie e comunità che dobbiamo riportare a normalità. Territori che hanno bisogno di tornare ad essere operativi anche dal punto di vista economico. Camerino con la sua università, Norcia con il suo turismo e la sua gastronomia. Siamo operativi ma ora la prima cosa è garantire agli italiani di poter uscire da questa spirale. L'anima dell'Italia è inquieta. Sentir tremare la terra sotto i piedi è terribile, e lo ha vissuto mezza Italia». «Tutte le risorse che si renderanno necessarie le abbiamo a disposizione nel nostro bilancio e non abbiamo alcun tipo di riguardo rispetto a regole tecnocratiche che negherebbero l'identità del nostro Paese e del nostro territorio. Le risorse non si sprecano ma non c'è un problema di risorse. Quello che servirà siamo impegnati a metterlo in campo - assicura -. Lo Stato considererà fuori dal Patto di stabilità le spese per la sicurezza del territorio e dell'edilizia scolastica». «Rinnovo il mio appello - prosegue -: i sindaci facciano i progetti di adeguamento sismico. Lo Stato considererà fuori dal Patto tutte le spese per antisismico e per le scuole». «Grazie a chi dalle primissime ore è operativo nell'emergenza. Anche agli operatori dell'informazione», dice il presidente del Consiglio, facendo appello al «senso della calma, del buon senso. Tutte le strutture di protezione civile locali ci diano una mano. Grazie a tutti dal governo. Ma il coordinamento è della struttura centrale della Protezione civile». Rivolgendo un nuovo appello all'unità delle forze politiche: «Sarebbe già un buon passo se si fermassero polemiche assurde. Ora riconosciamo le priorità: un conto sono le divisioni tra i partiti, legittime e sale della democrazia, altra cosa sono le polemiche sul terremoto». «Domani - conclude - c'è un Cdm straordinario per una discussione e i primi impegni. Mi auguro che le forze politiche smettano di litigare e siano unite per l'Italia»