PALERMO. La Regione sblocca i corsi di formazione approvando la graduatoria e assegnando 136 milioni di euro, ma molti enti storici sono rimasti esclusi. I sindacati parlano di 2mila posti di lavoro in fumo.
"Il governo Crocetta, questa volta con l'assessore Bruno Marziano, completa l'opera di distruzione del settore della formazione in Sicilia e lo fa nel peggiore dei modi ovvero falcidiando migliaia di posti di lavoro (almeno 2000 da una prima lettura) con una operazione che assume il peggiore dei sapori se si considera l'approssimarsi della campagna elettorale", sostengono Flc Cgil, Cisl scuola e Uil scuola.
"La gran parte degli enti storici siciliani di formazione ancora esistenti tagliati fuori dalla valutazione dell'avviso 8 del 2016 per la formazione professionale mirata all'occupabilità in Sicilia di cui è stata appena pubblicata la graduatoria provvisoria - si legge in una nota dei sindacati -. Non vorremmo immaginare che la scelta selettiva sia stata orientata dalle considerazioni della politica piuttosto che dalla oggettività di una valutazione qualitativa, ma appare singolare e paradossale che i cosiddetti enti storici siano risultati cosi vulnerabili".
E ancora: "Questi enti che hanno in carico la maggior parte dei lavoratori, in assenza di commessa, dovranno licenziare a fronte di altrettante nuove assunzioni che gli enti ammessi a finanziamento effettueranno. Non è assolutamente certo, infatti, che i lavoratori espulsi possano trovare occupazione verso i nuovi enti".
I sindacati chiedono all'assessore Marziano un incontro urgentissimo alla presenza del ministero del Lavoro con il quale è stato già avviato il confronto per la dichiarazione dello stato di crisi e della messa in atto di strumenti straordinari ed eccezionali per il sostegno al reddito e l'accompagnamento all'esodo. "In mancanza di un sollecito riscontro i sindacati annunciano "le più dure forme di lotta".
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