PALERMO. "Crocetta ha vinto le elezioni regionali per il nostro appoggio ma anche per i disastri provocati dai precedenti governi e per le spaccature del centrodestra nel 2012". Così il presidente dell'Udc, Gianpiero D'Alia, rispondendo alla domanda se si sia pentito del sostegno dato al governatore Rosario Crocetta, nei cui confronti, durante alcune fasi della legislatura, è stato duro.
"Io ho sempre detto ciò che penso - aggiunge D'Alia - sia quando ho criticato Crocetta per gli sbagli che ha commesso sia quando l'ho apprezzato per scelte giuste". "La nascita del governo politico sostenuto dalla stessa rappresentanza che appoggia Renzi ha consentito in Sicilia di recuperare i ritardi e di fare un accordo con lo Stato salvaguardando l'autonomia fiscale cui non era mai stata data attuazione per colpa dei governi passati".
D'Alia sottolinea come "dal prossimo anno la Regione avrà entrate maggiori per 1,4 miliardi e dal 2018 per 1,8 miliardi". E cita come successi del governo politico, il quarto di Crocetta, anche la definizione della questione delle città metropolitane e il Patto per la Sicilia "che contiene progetti importanti. "Da questo governo politico sono state fatte tante cose - prosegue - Ci vuole comunque maggiore serietà e coesione per i programmi futuri".
"Unire Alfano, gli amici del Pd e il partito di Totò Cardinale attorno alle ragioni del 'si' al referendum costituzionale è un modo per cementare la coalizione nella prospettiva dell'alleanza tra forze popolari e riformiste in Sicilia".
Sul referendum: "Credo sia sbagliato usare il referendum come grimaldello per uno scontro nel Paese e l'esito non sarà certo un giudizio divino sull'alleanza di governo o sulle opposizioni. Non è in discussione il futuro del governo Renzi che ha fatto ciò per cui ha ricevuto il mandato dal Parlamento, ricordo anche la mozione approvata da quei parlamentari che per motivi politici ora sono per il 'no'".
D'Alia, esponente dei 'Centristi per il Si', domenica prossima sarà a Catania con Pier Ferdinando Casini per una manifestazione a sostegno della riforma costituzionale. "Oggi la riforma è nella disponibilità dei cittadini che devono valutare se cambiare il Paese eliminando il Cnel e l'eccessiva burocrazia, riducendo il numero dei parlamentari e superando il bicameralismo perfetto - aggiunge D'Alia - Se considerano questo un bene per il Paese voteranno sì, altrimenti no".
E ancora: "Francamente non ho alcuna voglia di polemizzare, noi abbiamo votato la fiducia a Letta e a Renzi in base a un impegno preso in Parlamento quando non si riusciva a eleggere il capo dello Stato e a formare un governo. Ci siamo impegnati tutti a portare avanti il percorso riformatore e noi siamo sempre rimasti coerenti".
D'Alia ricorda che la riforma contiene anche la "clausola di supremazia" con cui lo Stato potrà intervenire in materie di competenza regionale quando lo richiede "la tutela dell'unità giuridica o economica della Repubblica", cioè "dell'interesse nazionale": "Quando al governo c'era il centrodestra siamo stati proprio noi a volere la clausola, posizione condivisa anche da Alleanza nazionale ma ora Fratelli d'Italia, erede di An, vota contro".
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