TORINO. Il Ponte sullo Stretto «non è una priorità, prima ci sono la banda larga, l'edilizia scolastica, i viadotti in Sicilia, la Salerno-Reggio Calabria... Ma è la conclusione naturale di un percorso, per collegare Palermo e Napoli con l'alta velocità». Così Matteo Renzi, intervistato da Massimo Gramellini all'Unione Industriale di Torino.
«In tutto il mondo - ha detto - si fanno ponti lunghi 30 chilometri, si spenderanno 8 miliardi per la Torino-Lione, 7-8 per il Brennero, 1,5 per la variante di valico Firenze-Bologna, perchè non si può fare il Ponte sullo Stretto... Talvolta - ha aggiunto - anche Berlusconi ha detto cose giuste, anche un orologio rotto due volte al giorno segna l'ora giusta».
Renzi è tornato a parlare anche dell'avvicendamento alla Presidenza del Consiglio tra lui ed Enrico Letta: «Il motivo per cui ho accettato di intervenire in corsa, contravvenendo a una cosa che avevo detto, è perchè in quel momento il Paese era totalmente bloccato».
«Non mi crede nessuno, ma sono stato molto combattuto - rivela Renzi, intervistato da Gramellini -. L'obiettivo di allora era rimettere in moto la macchina, una macchina in panne. Si è rimessa in moto, anche se non è ancora la macchina che vorrei e non va ancora alla velocità che vorrei».
«Ce l'abbiamo fatta? Ancora no. Ce la possiamo fare? Io dico di sì - conclude Renzi - e non perchè voglio fare training autogeno. Sono certo che l'Italia ce la possa fare a condizioni di togliere un pò di burocrazia, e di semplificare».
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