ROMA. "Grillo si è adeguato ai partiti personali come lo sono tutti gli altri che si fondano sulla figura di un leader autorevole o autoritario. Doveva essere il partito dell'uno vale uno, ma alla fine tutto ruota attorno ad una figura cardine come avviene per la Lega di Salvini, per la Forza Italia di Berlusconi o per il Pd di Renzi. Le differenze sono minime". Così - in un'intervista al Mattino - il sindaco di Parma Federico Pizzarotti, che ha lasciato l'M5S dopo mesi di sospensione. Pizzarotti si dice "deluso dal sistema di potere che si è creato all'interno del Movimento. Se Di Maio fosse stato responsabile avrebbe parlato, ma non lo ha fatto. Perché il capo, così come Grillo si è auto-nominato ha deciso così. Evidentemente da quelle parti si è capito che è possibile costruirsi carriere politiche solo se si segue la linea del capo". "Non andrò nel Pd - chiarisce - questa è un'altra calunnia messa in giro sul mio conto. Ormai si è compreso come è la storia all'interno del Movimento: se non ti adegui al volere del fantomatico direttorio o di Grillo vieni isolato", e sottolinea che per lui è stato così fin dall'inizio. Eppure "Raggi ha nominato Paola Muraro assessore, una persona che suscita molte perplessità. Se avessi nominato io Muraro sarebbe successo il finimondo. È evidente che ci sia stata una disparità di trattamento".