ROMA. «Il nostro Paese ha una storia antica di emigrazione. Una storia di sofferenze e di speranze. Una storia di riscatto sociale, di straordinarie affermazioni personali e collettive, ma anche di marginalità patite e di lacerazioni. Oggi il fenomeno degli italiani migranti ha caratteristiche e motivazioni diverse rispetto al passato. Riguarda fasce d'età e categorie sociali differenti. I flussi tuttavia non si sono fermati e, talvolta, rappresentano un segno di impoverimento piuttosto che una libera scelta ispirata alla circolazione dei saperi e delle esperienze». Lo scrive il Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, in un messaggio a monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes. «La presentazione del 'Rapporto italiani nel mondo 2016' - dice Mattarella - è occasione gradita per rivolgere un saluto e un incoraggiamento all'attività della Fondazione Migrantes, da anni impegnata a fianco degli italiani che emigrano e dei migranti che giungono nel nostro Paese per aiutarli ad affrontare i numerosi problemi quotidiani e per favorire, in questo modo, la convivenza e l'integrazione sociale». «Il quadro che emerge dal lavoro dei ricercatori, presentato oggi, è di grande interesse - sottolinea il Capo dello Stato - e, mentre ci guida, senza pregiudizi, nell'esame del fenomeno, ci spinge a cercare soluzioni che consentano di trarre giovamento dai flussi migratori, eliminando i rischi». "La mobilità dei giovani italiani verso altri Paesi dell'Europa e del mondo è una grande opportunità, che dobbiamo favorire, e anzi rendere sempre più proficua. Che le porte siano aperte è condizione di sviluppo, di cooperazione, di pace, di giustizia. Dobbiamo fare in modo che ci sia equilibrio e circolarità. I nostri giovani devono poter andare liberamente all'estero, così come devono poter tornare a lavorare in Italia, se lo desiderano, e riportare nella nostra società le conoscenze e le professionalità maturate", ha aggiunto il presidente. "I flussi migratori che guardano oggi all'Europa e agli Stati Uniti - osserva Mattarella - hanno una portata di durata epocale. Affrontarli con intelligenza e con visione è necessario per costruire un mondo migliore con lo sviluppo dei Paesi di origine. La conoscenza e la cultura hanno un grande compito: aiutarci a vivere il nostro tempo cercando di essere costruttori e artefici di uno sviluppo sostenibile, che ponga al centro il valore della persona umana". "La nostra cultura, del resto - conclude il Presidente - è anche l'immensa ricchezza che gli italiani, nel tempo, hanno seminato nel mondo, abbellendo e rendendo più prosperi tanti territori nei diversi continenti. E questa cultura è poi tornata, accresciuta, nella nostra comunità".