ROMA. Oggi sul blog di Beppe Grillo, tra gli iscritti del Movimento 5 Stelle, cominciano le votazioni per decidere se e quali modifiche apportare al "Non Statuto" e il "Regolamento". I quesiti sono tre: ogni iscritto è chiamato a decidere se "modificare il Non Statuto con il nuovo testo aggiornato", se "modificare il Regolamento del Movimento 5 Stelle con uno dei due testi proposti" oppure, nel caso si modifichi il Regolamento, "quale dei due testi proposti preferisce utilizzare". Le votazioni si chiuderanno il 26 ottobre 2016. Beppe Grillo aveva promesso la sterzata del MoVimento a Italia 5 Stelle e, puntuale, la mattina dopo la chiusura della festa, il nuovo regolamento anti-espulsi è arrivato. Lo voteranno gli iscritti sul Blog, chiamati a dire la loro su «quali modifiche apportare al Non Statuto e al Regolamento del M5s». Una mossa da leggere soprattutto in chiave anti-Pizzarotti, in attesa di sapere quale sarà il suo destino nel Movimento anche per preparare la sua campagna elettorale e candidarsi alle comunali che si terranno nel 2017. «È evidente che Pizzarotti con le sue pressioni sta alzando il tiro approfittando anche dell'uscita del libro di Canestrari» commentano nel Movimento che ha invece giocato la sua contromossa: le nuove proposte di regolamento prevedono che la sospensione possa durare anche uno o due anni. E se Pizzarotti non viene 'cacciato' dal M5s, si ritrova con le armi spuntate per fare la sua campagna elettorale. «È un lodo ad-personam» lamentano anche i sostenitori del sindaco di Parma. Che oggi ha invece ricevuto un riconoscimento da colui che è stato il suo principale avversario dentro il Movimento, Massimo Bugani, ora braccio destro di Davide Casaleggio e animatore della piattaforma Rousseau. «Ho avuto con lui tanti scontri pubblici e su molte cose noi la pensiamo diversamente. Ma so anche che ha saputo governare una città difficile come Parma» ma per quando riguarda la decisione sull'esito della sua sospensione «la decisione è solo di Grillo» afferma in Tv. Sembra quasi una incitazione indirettamente rivolta alla sindaca di Roma che a Palermo si è vista rinnovare il sostegno del Movimento e di Beppe Grillo a patto che inizi a governare la città, a «fare le cose buone che i romani si aspettano». Mettendosi alle spalle litigi e inciampi. «Non ci interessa chi ha detto cosa e chi. Le diamo una mano se inizia a governare» spiegano dai 'piani alti' del Movimento. Il nuovo Movimento-del-fare è quello che ha «confermato» Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista come i 'front-man' del Movimento, quello che sosterrà chiunque che «emergendo renderà più forte il Movimento». Il direttorio nella sua funzione originale di interfaccia tra i portavoce e Beppe Grillo ha fallito, restano ora le persone. Come Roberto Fico che «continua ad essere benvoluto. Nessuno vuole perdere Roberto» viene assicurato. Tanto più ora che le sue parole di richiamo alle origini e all'umiltà hanno riacceso il pathos tra gli iscritti. Pizzarotti invece è di nuovo bersaglio anche se difficilmente, a giudicare dall'opinione dell'avvocato che ha già difeso con successo altri iscritti espulsi, potrà essere incastrato dalle nuove regole che domani andranno al voto. Pizzarotti intanto rilancia i suoi strali contro Grillo: dire «sono il capo politico, decido tutto io è un brutto passaggio». A lui, al Capo Politico, poco importa. Come poco gli importa la tensione creata con la stampa. «I giornalisti fanno il loro lavoro. Io il mio» commenta laconico poco prima di riprendere l'aereo che lo riporta a Genova dopo la festa di Palermo.