
ROMA. Dopo quattro mesi dall'avvio del tavolo governo-sindacati, partito a fine maggio, martedì 27 arriverà l'attesa sintesi del confronto sulle politiche del lavoro e sulle pensioni. Un 'faccia a faccià conclusivo che definirà gli interventi in materia previdenziale - dall'anticipo pensionistico agli sconti per i lavoratori precoci fino alle quattordicesime - da inserire nella manovra di bilancio, che verrà presentata a metà ottobre, e le risorse a disposizione.
Anche perchè il confronto di martedì si terrà poche ore dopo il varo della nota di aggiornamento del Def. Il quadro sarà dunque più chiaro: fino ad oggi, si è parlato di una dote di 2 miliardi di euro, i sindacati, in particolare la Uil, hanno quantificato sin dall'inizio la richiesta in almeno 2,5 miliardi. In settimana si riaccendono i fari anche sul rinnovo dei contratti dei dipendenti pubblici, fermi da sette anni, con un incontro in programma sempre martedì dei sindacati di categoria
Il confronto politico sulle pensioni tra il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ed il sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Tommaso Nannicini, con i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, inizialmente fissato per lo scorso 21 settembre, è stato fatto slittare di una settimana per la necessità di «completare gli approfondimenti», come spiegato dallo stesso Poletti. I sindacati si aspettano dei passi in avanti. Sul merito e sulle risorse, appunto
. Per l'Ape (in sostanza un prestito ventennale con l'intervento di banche e assicurazioni) sarebbero postati 500 milioni circa per il 2017: la possibilità di andare in pensione prima dovrebbe essere consentita dall'anno prossimo a chi ha 63 anni di età, quindi fino a tre anni e sette mesi prima del raggiungimento della pensione di vecchiaia. I costi saranno pressochè pari a zero per chi beneficerà della cosiddetta 'Ape social', ossia per disoccupati, chi assiste familiari disabili e alcune categorie con lavori faticosi e rischiosi come gli operai edili, e saliranno fino anche a sfiorare il 25% dell'assegno nei casi di Ape volontaria.
Un nodo resta quello dei lavoratori precoci, coloro che hanno cominciato a lavorare prima dei 18 anni: per questo capitolo, al momento sul tavolo ci sarebbero 600 milioni e l'ipotesi di riconoscere uno 'scontò sull'accesso alla pensione anticipata di tre mesi ogni anno di lavoro prima della maggiore età o di circoscriverlo a chi ha cominciato prima dei 16 anni. Per i sindacati, andare incontro a questa categoria è una delle priorità e lo sforzo deve essere maggiore. Sul tavolo anche l'allargamento delle quattordicesime (altri 600 milioni sul piatto) e della no tax area per i pensionati (250 milioni), lavori usuranti e ricongiunzioni gratuite (100 milioni ciascuno). Altro capitolo su cui è concentrata l'attenzione è quello del rinnovo del contratti pubblici. In questo caso, si parla di uno stanziamento per il 2017 tra i 500 e i 700 milioni: i sindacati chiedono risorse «adeguate», dopo sette anni di blocco. Sempre martedì, in attesa dell'apertura della trattativa vera e propria e della definizione delle cifre, le sigle di categoria di Cgil, Cisl e Uil riuniranno gli esecutivi unitari per avviare un percorso comune verso l'obiettivo del rinnovo.
7 Commenti
GIUSEPPE
25/09/2016 19:04
secondo me quando si comincia a lavorare,da minorenne,si deve intendere anche a 18 meno un giorno,,se uno e maggiorenne a 18 anni,,e minorenne affinche non ha compiuto i 18 anni,,non capisco il ministro che dice lavoratori precoci,ma che abbia lavorato prima dei 16 anni,,secondo me sono sempre i tranelli del governo,che vuole sempre ingannare i poveri...io penso che chi ha iniziato in età minorile possono bastare anche 35 anni di contributi,,la legge esistente,già prima che il signor amato,non l'abrogasse...
Pietro
25/09/2016 22:51
Mi interessa perché è importante
paolo Stanco
26/09/2016 11:39
quando i lavorastori hanno iniziato a lavorare anni 60 e giu' di li', la maggirre età veniva raggiunta a 21 anni, quindi come ipoteticamente si prende in consideraione il dato odierno ciè 18 anni, puo' anche ipotizzarsi una legge retroattiva quale la maroni 65 anni per vecchiaia e 40 asianità retributiva. Senza che uno dopo aver versato per quaranta anni debba farsi prestare i suoi soldi dalle banche che sono le uniche che ne avrebbero un profitto, nonchè le compagnie assicurative, poichè 63 +20 fanno 83 anni beato chi ci arriva.
mario
26/09/2016 13:31
per chi ha 60 anni a perso il lavoro aspetta 63 o meglio 67 e nel frattempo fa il barbone?fatemi capire cosa deve fare vorrei che qualche esperto mi dia informazioni questo perché il nostro Renzi dice che in Sicilia la disoccupazione è diminuita
nerino
26/09/2016 13:58
poveri siamo (con la pensione anticipata) e nella m....
Paolo stanco
27/09/2016 07:46
ho scritto piu' volte di proporre anche in campo nazionale la legge 09-2015 Regione sicilia , perchè non viene trasvritta?
Paolo stanco
27/09/2016 13:33
La legge 09/2015 ha consentito ai dipendenti regionali a domanda di andare in pensione anticipata , con la legge prefornero, perdendo il 10 % sull'importo spettante. Sempre meglio della proposta di dover avere a che fare con le banche per 20 anni , non consentendo neanche di avere tranquillità e serenità mentale nella propria vecchiaia.