ROMA. «Ho avuto l'impressione che la sindaca abbia parlato sotto dettatura, come una macchina telecomandata, sicuramente in modo non rispettoso delle istituzioni sportive, costrette a fare anche anticamera», intervistato dal Corriere della sera, Luca Cordero di Montezemolo, presidente del Comitato promotore di Roma 2024, non risparmia critiche alla sindaca della Capitale Virginia Raggi: «Non si può mica solo dire no per evitare di assumersi le responsabilità». «Ho il massimo rispetto delle istituzioni e chi ha vinto le elezioni ha il dovere di decidere. Ma non posso condividere, nei modi e nella sostanza, questa decisione che suona come una rinuncia a una sfida per il futuro, al bene dei giovani, a quasi 200 mila posti di lavoro, a una città più sostenibile con meno barriere per anziani, disabili e famiglie, dice Montezemolo». «Capisco il discorso delle priorità per i cittadini: ma come si fa a pensare che tra 8 anni Roma viva ancora in emergenza?». «Se Roma si arrende trasmette al mondo l'immagine di una città che non accetta di migliorare se stessa e che non crede al proprio futuro. Se ci fermiamo, tra un anno esatto, a Lima, tanto per iniziare, daranno a un altro Paese il miliardo e 700 milioni a fondo perduto destinati agli impianti sportivi, molti dei quali in periferia. E poi la rinuncia penalizzerebbe non solo Roma, ma anche Cagliari e la Sardegna, dove sono previste le regate, e le altre 10 città italiane che ospiterebbero le partite di calcio«, prosegue Montezemolo, secondo cui per il referendum popolare »è tardi, questa strada andava imboccata prima». Adesso, «mi sembra difficile che si possa cambiare una decisione politica già presa. Lo ha chiarito bene anche Renzi. Però spero ancora che sulla logica di partito prevalga la voglia di cogliere una opportunità. Per Roma. Per l'Italia intera», conclude.