ROMA. Virginia Raggi dice no alle Olimpiadi del 2024 per Roma. Lo fa dopo settimane di attesa, "per rispettare la tregua olimpica" e nel corso della sua prima, vera conferenza stampa in Campidoglio. "E' da irresponsabili dire sì a queste Olimpiadi - spiega -. Stiamo pagando ancora i debiti di quelle del 1960. Non abbiamo mai cambiato idea, non ipotechiamo il futuro di Roma. Ci chiedono di fare altri debiti per i romani: noi non ce la sentiamo. Per questo diciamo no alle Olimpiadi del mattone".
Il giorno della chiarezza per i Cinque Stelle coincide con le 24 ore più nere per il numero uno del Coni Giovanni Malagò che tuona: "Meritavamo più rispetto, ho sentito tante falsità figlie della demagogia e del populismo: ora Comune e Giunta si assumeranno le responsabilità delle loro scelte".
Alle inevitabili frizioni sullo stop alla candidatura olimpica, in giornata si unisce quello che in tanti bollano come 'lo schiaffo' della sindaca di Roma a Malagò. Dopo mesi di 'corteggiamento' da parte del presidente del Coni e prima della conferenza stampa di Raggi, i due si sarebbero dovuti incontrare a Palazzo Senatorio. Ma lei lo lascia lungamente 'in anticamera'. E, alla fine, Malagò, stufo di "37 minuti di attesa", sbotta e se ne va senza averla vista.
"Ho avuto un contrattempo e avevo qualche minuto di ritardo, mentre entravo nel palazzo il presidente Malagò ha preferito andare via", la spiegazione di Raggi. In serata si saprà che il ritardo della sindaca è stato dettato da un pranzo al ristorante. Domani per i due ci sarà un'altra occasione per vedersi: la presentazione del logo Italia Euro 2020 al Coni. Ricucire però appare difficile. Ma, a questo punto, tra plausi e critiche, il dado olimpico è tratto.
La prossima settimana, con ogni probabilità martedì, sbarcherà in Aula Giulio Cesare la mozione che chiede alla sindaca e alla sua giunta che "ritirino la candidatura della città ad ospitare le Olimpiadi e le Paralimpiadi del 2024 e a tal fine adottino gli atti e le iniziative necessarie". Il Movimento Cinque Stelle, scosso di recente da polemiche e fibrillazioni interne, si ricompatta attorno alla sindaca. In tanti, i parlamentari, rivendicano vittoriosi il "no" ufficiale pronunciato della Raggi. Grillo la sente al telefono e si congratula con lei: "Brava Virginia, ti ho seguito in conferenza stampa, avanti così".
Renzi non parla. Ma Delrio, che pure oggi con Raggi ha presentato il progetto del Grande Raccordo Anulare delle biciclette, è netto: "la città perde un'opportunità". E apre lo spiraglio al referendum auspicando "che si possano consultare i cittadini". "Il referendum c'è stato al ballottaggio e il 70% votando M5S ha detto No", è il pensiero della sindaca.
Dal Pd, ma anche da Alemanno e Meloni, arriva una pioggia di critiche: "Scappano perché hanno paura, perché è stata certificata la loro incapacità di governare sia le piccole che le grandi cose", punta il dito Roberto Giachetti, sfidante di Raggi in campagna elettorale. "Presenteremo un esposto alla Corte dei conti per sapere chi, come e perché ha speso 15 milioni di euro per la candidatura di Roma alle Olimpiadi del 2024", avverte Matteo Salvini.
Il vicesindaco di Roma Daniele Frongia sottolinea: "Se il nostro no comporta un danno erariale? Il danno erariale c'è stato ma per tutte le opere incompiute dei grandi eventi del passato". Raggi cita uno studio dell'Università di Oxford secondo cui nelle olimpiadi estive l'aumento dei costi di oltre il 170%.
Ora restano in corsa Parigi, Los Angeles e Budapest. "Abbiamo un'avversaria in meno", titola il Los Angeles Times. E la sindaca di Parigi, Anne Hidalgo, invita i candidati alle presidenziali di Francia a manifestare il loro sostegno per la candidatura della capitale francese. Per loro il sogno continua.
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