Lunedì 23 Dicembre 2024

Nuovo piano e tagli per gli ospedali,
monta la protesta dei sindaci siciliani

L'assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi

PALERMO. In Sicilia montano polemiche e proteste in diversi comuni dell'Isola, da Cefalù a Niscemi, contro il piano di riordino della rete ospedaliera, predisposto dalla Regione e che recepisce il decreto Balduzzi. Il piano ha ottenuto nei giorni scorsi l'ok da Roma, ma i contenuti, illustrati ai manager della sanità e ai sindacati dei lavoratori, stanno scatenando un vespaio di reazioni: sono previsti tagli di pronto soccorso, chiusura di reparti e la riduzione di posti letto in alcuni ospedali. Nei prossimi giorni, l'assessore regionale alla Salute, Baldo Gucciardi, presenterà il piano in commissione Sanità dell'Assemblea ma il percorso si preannuncia in salita: alcuni esponenti della maggioranza ma soprattutto le opposizioni annunciano barricate. Mobilitazioni e proteste sono già in corso in alcuni comuni. A Niscemi, abitato da 28 mila anime, il sindaco Franco La Rosa ha occupato il pronto soccorso del Suor Cecilia Basarocco, trasferendo i suoi uffici nei locali come atto simbolico. A Cefalù, invece, amministratori e cittadini della cittadina normanna, dei comuni della Madonie, già colpiti dalla chiusura di alcuni punti nascita, e del Messinese hanno organizzato assemblee per dire 'no' al ridimensionamento dell'ospedale Giglio di Cefalù, che con la riforma sarà 'declassato' a semplice ospedale di base. Proteste anche a Ribera, nell'agrigentino. CEFALU', ASSEMBLEA INFUOCATA CONTRO LA CHIUSURA DEL GIGLIO. Intanto, infuocata assemblea contro la chiusura dell'ospedale Giglio di Cefalù. «Giù le mani dall'ospedale di Cefalù». Usa subito toni forti il sindaco Rosario Lapunzina che apre davanti a più di mille persone una seduta pubblica del consiglio comunale convocata per dire no al piano di rimodulazione della rete ospedaliere siciliana con il quale viene fortemente ridimensionato l'ospedale Giglio. In prima fila i sindaci e i presidenti dei consigli comunali di 24 paesi delle Madonie e della provincia di Messina, anche loro allarmati per la paventata soppressione di cinque reparti di alta specializzazione e la trasformazione del Giglio da struttura di rilievo regionale a presidio sanitario locale. Prima all'assessore regionale alla salute e poi durante l'assemblea infuocata nell'atrio della scuola media Lapunzina minaccia conseguenze politiche: «Per fermare il piano sono pronto a lasciare il Pd assieme al gruppo dirigente di Cefalù». In effetti la mobilitazione, che solo nel pomeriggio ha portato alla raccolta di oltre mille firme in una petizione per la salvaguardia del nosocomio, ha indotto l'assessore Baldo Gucciardi a prendere tempo e a convocare i sindaci per giovedì pomeriggio in vista della revisione della rimodulazione della rete. «Al telefono - dice il sindaco - mi ha assicurato che i reparti diventati il fiore all'occhiello del Giglio non saranno toccati. Il piano sarà rivisto».

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