ROMA. Il capo di gabinetto di Roma Capitale, Carla Raineri, e l'assessore al bilancio Marcello Minenna, hanno rassegnato ieri le proprie dimissioni. Con loro si è dimesso anche l'amministratore unico di Ama, Alessandro Solidoro.
Il manager era arrivato meno di un mese fa per sostituire il presidente Daniele Fortini. Solidoro era stato nominato il 4 agosto al vertice della municipalizzata che si occupa di ambiente e rifiuti a Roma, dopo l'uscita di Fortini seguita da un braccio di ferro tra l'ex manager e l'assessore Paola Muraro. Il suo addio arriva dopo quello dell'assessore Marcello Minenna, col quale aveva buoni rapporti e che aveva contribuito alla
scelta di Solidoro per guidare la municipalizzata.
A poco più di due mesi dall'insediamento per la sindaca Virginia Raggi non accenna quindi a sciogliersi il nodo del capo di gabinetto, ruolo talmente delicato da accendere subito polemiche e dispute interne anche al Movimento Cinque Stelle.
Il primo ad essere stato nominato alla guida dell'ufficio è stato Daniele Frongia, braccio destro della sindaca poi spostato nel ruolo di vicesindaco. Dopo di lui, si ragionò a lungo su Daniela Morgante, magistrato della Corte dei Conti e già nella giunta di Ignazio Marino. Morgante ebbe anche un incontro con la stessa sindaca ma poi la sua nomina cadde nel vuoto, con polemiche.
Al suo posto si preferì Carla Romana Raineri, un altro magistrato che aveva già collaborato con il commissario Francesco Paolo Tronca e con l'ormai ex assessore al bilancio Marcello Minenna. Oggi è arrivata la notizia del suo addio e delle concomitanti dimissioni di Minenna. Raggi che ha spiegato così in un post le ragioni della revoca di Raineri: «Ci siamo rivolti all'Anac che, esaminate le carte, ha dichiarato che la nomina della dottoressa Carla Romana Raineri a Capo di Gabinetto va rivista».
Ma il magistrato è stato chiaro nel parlare di «dimissioni irrevocabili». Quindi la poltrona dovrà essere nuovamente riassegnata. I ripensamenti non sono mancati anche per il ruolo del vicecapo di gabinetto vicario. In prima battuta questo incarico era stato assegnato a Raffaele Marra, dirigente pubblico che in passato aveva lavorato anche con Gianni Alemanno e Renata Polverini. La sua scelta non era andata giù al Movimento ed anche lui era stato revocato come vicario.
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