ROMA. Prima di passare a definire le cifre, l'aumento delle buste paga degli statali, bisogna fissare le regole. Quelle già pronte, su carta, ai sindacati non piacciono. Ecco che all'orizzonte non c'è un semplice rinnovo del contratto ma un cambiamento dei rapporti di lavoro per 3,2 milioni di travet. Il cantiere della P.a non conosce pause a e all'Aran, la faccia del Governo nei negoziati, si stanno svolgendo incontri informali per dare una nuova cornice a tutto il pubblico impiego. Il punto di partenza per i sindacati è spostare alcune materie, come orari di lavoro e valutazione, dal campo della legge a quello del contratto, così da abbattere i paletti della riforma Brunetta, dando margine agli accordi tra le parti. Il contenitore delle novità è il Testo Unico sul pubblico impiego: per presentarlo c'è tempo fino a febbraio ma i punti cardine dovranno essere messi adesso, per capire cosa sarà regolato per contratto e cosa per legge. «L'obiettivo è arrivare a un nuovo modello» contrattuale anche nel pubblico, spiega il segretario confederale della Cisl, Maurizio Bernava. Quindi si tratta di intervenire a livello normativo per «restituire al contratto alcune materie che la legge ha sottratto alle parti: orari di lavoro, produttività, mobilità, valutazione». Insomma i lavoratori, sottolinea il sindacalista, «devono potere partecipare all'organizzazione del lavoro e anche il welfare deve avere spazio nella contrattazione». Il passaggio è delicato e si andrà avanti con prudenza fino alla stesura dell'atto di indirizzo con cui la ministra della P.a, Marianna Madia, potrà dare ufficiale avvio al tavolo per i rinnovi. Intanto saranno anche definiti i contorni del budget che il Governo intende destinare al pubblico impiego. La Uil Fpl nei giorni scorsi ha fatto sapere che la prima cifra circolata sarebbe di 2,5 miliardi di euro a regime, non abbastanza per il sindacato visto che si viene da sette anni di blocco. Ma la partita non riguarda solo l'ammontare, il 'quantum': in ballo c'è anche il 'comè, ovvero le modalità di distribuzione delle risorse e il margine da riconoscere alla contrattazione di secondo livello. L'orientamento del ministero è dare precedenza ai redditi più bassi e valorizzare il merito. Ora i sindacati sono chiamati a dire la loro, nelle riunioni all'Aran, dove sul piatto ci sono anche le questioni relative al turnover, da rendere più selettivo, e alle 'pagellè, per cui si studia una revisione delle 'fasce Brunettà.