ROMA. Sul crollo della scuola di Amatrice ristrutturata nel 2012 "non è compito della politica l'accertamento delle responsabilità, ma della magistratura. Se verranno accertate delle responsabilità dirette, e sarebbe molto grave, valuteremo la costituzione del Miur come parte civile in un eventuale processo. Ma ora non è questa la priorità".
Intervistata da Corriere della Sera e Mattino, il ministro dell' Istruzione Stefania Giannini spiega che è "totale" l'impegno del governo per far sì che il primo giorno di scuola gli studenti delle zone terremotate siano in classe. "È mia volontà inaugurare l'anno scolastico proprio in quelle zone".
"Sono in corso le verifiche tecniche sulle 15 scuole della zona", che ospitano "circa 750 studenti", afferma Giannini escludendo l'ipotesi di trasferimenti temporanei in altre scuole. "Faremo restare tutti gli studenti nella loro zona: la scuola è una parte essenziale di quel senso di comunità che è importante tenere vivo".
È "molto probabile", quindi, l'uso di soluzioni provvisorie, cioè scuole in prefabbricati o container. Giannini esclude il rischio che le soluzioni provvisorie finiranno con l'essere impiegate per anni, come ancora accade all'Aquila. "Per fortuna i numeri delle scuole coinvolte sono più contenuti rispetto al terremoto in Abruzzo. E poi il governo si è mosso subito per mettere a disposizione i soldi che servono: tre milioni e mezzo per il materiale didattico, le biblioteche e i laboratori, altri 4 per le attività extrascolastiche e pomeridiane".
I tempi per la ricostruzione "potremo dirli solo una volta finita la verifica delle strutture. Il governo ha stanziato subito tutti i 20 milioni di euro che la legge per la Buona scuola prevede in caso di interventi straordinari per l'adeguamento antisismico, più altri 3 milioni che saranno utilizzati dagli enti locali per le verifiche". A livello nazionale, aggiunge Giannini, "in due anni abbiamo fatto interventi di adeguamento antisismico per 300 milioni di euro".
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