RIMINI. «Il nostro Paese è segnato da faglie antiche. A queste si sono aggiunte nuove divisioni, quelle prodotte dal naturale mutamento delle condizioni, non sempre regolato in maniera equilibrata, e quelle provocate dalla lunga crisi economica degli ultimi anni. Dobbiamo lavorare con impegno per ricomporre le ferite e rendere l'Italia più robusta, più solidale, più competitiva, più importante per la costruzione europea». Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella al Meeting di Comunione e Liberazione.
Ricordando che «l'unità non è soltanto una questione di ordinamento giuridico o di solidità istituzionale. L'unità è anzitutto un fondamento etico e sociale comune, trasfuso in sentimenti e comportamenti vissuti», Mattarella sottolinea che «questa visione è stata impressa, con straordinaria lucidità e lungimiranza, nei principi della nostra Costituzione, contenuti nella sua prima parte. E questo resta un obiettivo della Repubblica, da perseguire nel mutamento dei costumi, dei bisogni, nell'evoluzione del sistema sociale». «L'unità del Paese - dice ancora - non è una conquista acquisita una volta per tutte. Passa oggi dalla crescita del Sud. Dalle concrete opportunità di lavoro per i giovani. Dal contrasto alle povertà e alle diseguaglianze. Dall'occupazione femminile. Dalla conciliazione dei tempi di cura e di lavoro.
Da uno sviluppo delle reti sociali e comunitarie, che possono rinnovare e consolidare il welfare senza privarlo del suo carattere universalistico. L'unità del Paese è anche investimento nella ricerca e nei settori strategici, giustizia più efficiente, integrazione e non esclusione di chi è sfavorito nelle condizioni di partenza. Dobbiamo tutti averne cura. Nessuno - ammonisce . può seriamente pensare di farcela da solo. Allargare le divisioni ci rende più deboli». «L'egoismo non genera riscatto civile. Può dare a qualcuno l'illusione di farcela da solo, mentre altri soccombono». Lo dice il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, al Meeting di Cl, ammonisce: «La tentazione dell'isolamento rischia di pregiudicare anche le grandi opportunità di comunicazione che la scienza ci mette a disposizione, sovvertendone la funzione. Basta pensare alla tendenza di molti di collegarsi sul web soltanto a quelli che la pensano come loro, in circuiti ristretti e chiusi».«Ci si illude così - è il ragionamento di Mattarella - che il mondo appartenga soltanto a chi la pensa come noi, riversando spesso su chi la pensa diversamente soltanto astio e livore. Ne risulta cancellato il confronto delle idee, lo scambio di conoscenza, il valore delle esperienze altrui: in una parola la comunità e la sua tensione culturale. Quando l'io perde l'opportunità del noi, tutta la società diventa più debole e meno creativa. La libertà, in realtà, è indivisibile: non esiste se non ne godono tutti. Lo stesso benessere non resiste, non si consolida se non è condiviso. Occorre comprendere che ci si realizza davvero soltanto insieme agli altri e non da soli», conclude il capo dello Stato, secondo cui anche le «aggressioni compiute nei confronti delle donne negli ultimi tempi» sono ascrivibili all'egoismo.
«L'attitudine dei giovani a diventare protagonisti della propria storia costituisce l'energia vitale di un Paese. Questa spinta vale più di qualunque indice economico o di borsa. La nostra società sta invecchiando e ci sono rischi oggettivi che le potenzialità dei giovani vengano compresse. Dobbiamo scongiurare questo pericolo che minaccia la nostra, come altre, società». Lo dice il presidente della Repubblica al Meeting di Cl. «Anche per questo - rileva - in un tempo di cambiamenti epocali come il nostro è necessario prestare attenzione e dar spazio alla visione dei giovani. Senza farci vincere dalle paure. Dalle paure antiche e da quelle inedite. Attenti a non cadere nell'errore di ritenere nuove false soluzioni già vissute e fallite nel breve Novecento. Non ci difenderemo alzando muri verso l'esterno, o creando barriere divisorie al nostro interno. Al contrario». Il Capo dello Stato rileva che «tante nuove diseguaglianze stanno emergendo. Spesso sono proprio i giovani a pagarne il prezzo più alto. Occorre ricominciare a costruire ponti e percorsi di coesione e sviluppo. Occorre rendersi conto che vi è un destino da condividere. Stiamo parlando di condivisione dei benefici e delle responsabilità; e anche delle difficoltà. Condivisione dei diritti e dei doveri. Della memoria del nostro popolo e del suo sguardo verso il futuro».
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