ROMA. Alla vigilia di Ferragosto si incendia un'altra polemica tra Pd e M5S a Roma. Anzi due. Una sullo stipendio del neocapo di gabinetto della sindaca Virginia Raggi, Salvatore Romeo, attivista cinquestelle che avrebbe triplicato il proprio stipendio di funzionario del Campidoglio (da 40 mila a 120 mila euro). L'altra sull'inchiesta della procura della capitale, resa nota da un quotidiano, riguardante il debito storico della città e in particolare i titoli derivati acquistati dall'amministrazione Veltroni dal 2002.
Indagine al momento senza indagati nè ipotesi di reato, ma scaturita da un esposto di Marcello Minenna e Carla Romana Raineri quando erano nella squadra del commissario straordinario di Roma Francesco Paolo Tronca. Solo che adesso sono nel team Raggi, rispettivamente, come assessore al Bilancio e capo di gabinetto.
«Raggi scatenata. Ne arricchisce uno al giorno. Oggi veniamo a scoprire di un super stipendio record al suo nuovo capo segreteria, un attivista 5Stelle che intascherà ben 120 mila euro, il triplo di quanto prendeva prima - dice il deputato romano Pd Marco Miccoli -. La lotta agli sprechi si infrange davanti agli stipendi del suo staff. Ora basta col teatrino della finta povertà dei 5Stelle. Scendano dai motorini e dai letti a castello e dimostrino, con tutti questi stipendi da favola che si stanno spartendo, di saper governare Roma». E non si erano ancora spente le scintille del caso Raineri, la magistrato neocapo di gabinetto di Raggi che guadagnerà invece 193 mila euro lordi. «Altro che maxi-stipendi, qui siamo alle maxi-balle! - risponde M5S Roma in un post su Fb -. Basta andarsi a leggere i precedenti bilanci: Alemanno spese 6 milioni di euro; Marino spese 5,3 milioni di euro. Noi invece abbiamo fissato l'obiettivo di spendere meno di 5 milioni di euro ogni anno (la stima è stata valutata dall'assessorato di competenza)». Il Pd è invitato a «rispettare l'esito del voto».
Ma è già scontro anche sull'inchiesta sul passato finanziario della capitale. «La nostra amministrazione, dopo il lavoro della commissione di inchiesta istituita dal Ministero dell'Economia nel 2008 aveva trasmesso alla Procura e alla Corte dei Conti le relazioni che erano derivate da questo lavoro - dice l'ex sindaco Gianni Alemanno che plaude all'inchiesta -, e che denunciavano appunto l'occultamento del debito avvenuto fino a quel momento e l'incauto utilizzo di prodotti finanziari derivati. Nonostante ciò - continua - nessuna inchiesta è stata mai aperta, e queste denunce sono rimaste a dormire fino a oggi.
Mi auguro che venga fatta piena luce su questa situazione». Il deputato Pd Marco Causi, assessore al Bilancio con Veltroni e nell'ultima fase con Ignazio Marino, se la prende con gli autori dell'esposto che ha originato l'indagine. «A nessuno sia consentito di continuare a distorcere il messaggio politico, confondendo la gestione trasparente dello storico debito finanziario - peraltro quasi totalmente ereditato dal passato - effettuata dalle giunte di cui ho fatto parte prima del 2008 con i pasticci abbastanza oscuri determinati dalle norme speciali del 2008 e 2009 - dice Causi -. Raineri e Minenna hanno voluto la bicicletta e adesso pedalino per gestire il Campidoglio senza intorbidire le acque: hanno in eredità un bilancio più ricco di un miliardo rispetto a quello precedente il 2008». Causi si dice disposto a rispondere e collaborare se convocato, ma ricorda che in passato la procura aveva già indagato e archiviato tutto. In questo clima la sindaca Raggi si appresta a 4 giorni di vacanza.
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