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Sgambetti e ripicche fra deputati, il flop della manovra e le norme «impallinate»

PALERMO. Il segnale che di lì a poco si sarebbe scatenato l'inferno all'Ars è arrivato da un comunicato del forzista Vincenzo Figuccia: annunciava l'imminente impallinamento di una norma che stanziava 100 mila euro per il museo sulla vita contadina. A dire di Figuccia era un favore a un privato vicino al presidente della commissione Bilancio, Vincenzo Vinciullo.

E perchè tanto astio verso Vinciullo? L' interessato ha una spiegazione: «Poco prima - rivela Vinciullo - era stato bocciato un emendamento di Forza Italia che chiedeva l' assunzione a tempo indeterminato di alcuni operai precari dei consorzi di bonifica che, pur avendo perso la vertenza giudiziaria sulla trasformazione dei loro contratti, chiedevano un provvedimento legislativo a loro favore».

Sono state queste le scintille che hanno acceso il tutti contro tutti che ha portato la manovra bis nelle secche. Un gioco a sgambettare norme care a partiti o singoli deputati rivali ha bloccato anche misure su cui tutto il Parlamento si era già espresso favorevolmente, come nel caso dei finanziamenti che servivano a salvare le Province e i loro dipendenti o come nel caso del mutuo da 19 milioni per salvare le Terme di Sciacca e Acireale.

In realtà, sotto traccia, lo scontro era iniziato anche su queste norme. È successo quando l'assessore all'Economia, Alessandro Baccei, ha fatto bocciare una norma proposta dalle due anime del Pd (i renziani e la minoranza) con cui si chiedeva di aumentare le giornate di lavoro dei precari dei consorzi di bonifica da 51 a 78.

Una mossa per far scattare in seguito anche l'assegno di disoccupazione. L'assessore ha detto no per mancanza di copertura finanziaria e il Pd non ha gradito: Giovanni Panepinto e Luca Sammartino hanno detto in aula che la tesi dell'assessore era falsa. Poco dopo si è rotto il fragile equilibrio su cui si reggeva la Finanziaria bis.

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