
ROMA. Che ci sia il direttore generale è nelle cose, Antonio Campo Dall'Orto è al top con 650 mila euro, mentre la presidente Monica Maggioni guadagna «solo» 270 mila euro, ma il plotone dei 94 che in Rai portano a casa uno stipendio che supera i 200 mila euro è molto composito e in parte sorprendente, tra vecchia e nuova Rai dice molto di un'azienda che non a caso si è meritata la definizione per niente desueta di «mamma Rai».
Ci sono gli «ex», attualmente senza incarico adeguato, spesso definiti genericamente «alle dipendenze di...», come gli ex direttori generali Lorenza Lei (243 mila), o Alfredo Meocci (240 mila). O ancora l'ex direttore di Rai Tre Andrea Vianello (320 mila) o volti noti di altre stagioni, come Anna La Rosa (240 mila), Fabrizio Maffei (240 mila), Carmen Lasorella (204 mila); o Francesco Pionati (203 mila).
Ci sono alcune delle più illustri new entry, come Carlo Verdelli (320 mila) e Gabriele Romagnoli (230 mila). E ovviamente i direttori di rete, anche queste arrivate da poco, come Daria Bignardi a Rai Tre, e Ilaria Dallatana a Raidue (entrambe 300 mila euro).
C'è la incredibilmente ben pagata flotta dei corrispondenti, da Eugenio De Paoli (Rio de Janeiro - 290 mila), ad Antonio Preziosi (Bruxelles - 245 mila); a Pietro Marrazzo (Gerusalemme - 244 mila euro); Tiziana Ferrario (New York - 238 mila euro); Marco Varvello (Londra - 219 mila euro); Claudio Pagliara (Pechino - 212 mila euro); Emanuele Fiorilli (Istanbul - 211 mila euro); Alberto Romagnoli (Bruxelles - 208 mila euro); Stefano Tura (Londra - 205 mila euro); Stefano Ziantoni (Parigi - 201 mila euro). Completano la formazione i direttori dei Tg: Mario Orfeo Tg1 (320 mila euro); Biancamaria Berlinguer Tg3 (280 mila euro); Marcello Masi Tg2 (280 mila euro) e Antonio Di Bella a Rai News 24 (308,5).
Pochi i vicedirettori che hanno un compenso così elevato, come Susanna Petruni - vice direttore del Tg1 - a 240 mila, Alessandro Casarin - vice direttore Rai News - sempre a 240 mila o Anna Donato - vice direttore Tgr a 200.
Tra i dirigenti, dopo Campo Dall'Orto e Antonio Marano (392), spicca Gianfranco Cariola - direttore internal auditing responsabile per la prevenzione della corruzione alla considerevole quota di 352 mila euro. Lo seguono Raffaele Agrusti - Cief financial officer a 340 mila euro; Angelo Teodoli - direttore Rai Gold - a 325 mila euro; Fabrizio Piscopo - amministratore delegato Rai Pubblicità a 322 mila euro; Paolo Del Brocco, amministratore delegato Rai Cinema a 307 mila euro; Valerio Fiorespino - alle dirette dipendenze del dg per progetti speciali - 303 mila euro; Carlo Nardello - alle dirette dipendenze del direttore di finanza e pianificazione - 302 mila euro; Paolo Galletti - direttore risorse umane e organizzazione - sempre a 300 mila.
7 Commenti
giovanni
26/07/2016 13:26
Privatizzare subito la Rai. Ridateci i soldi indietro del canone per il quale abbiamo pagato. Una volta fatto questo fate quello che volete.
Tio Pepe
26/07/2016 14:19
Lungimirante Renato Zero col la canzone " il Carrozzone RAI ".
Uno che ha sempre pagato il canone
26/07/2016 14:58
La prossima volta che alla Rai (vedi l'Arena di Giletti, Report, Ballarò, etc.) mandano in onda l'ennesimo servizio sugli sprechi della Sicilia e del Mezzogiorno, gli tiro una pernacchia.
GINO
26/07/2016 17:08
.......E laRAI ha il coraggio di farci pagare il canone ?E' vergognoso. Riducete piuttosto gli stipendi a tutta questa gente e abolite il canone . Imparate e seguite l'esempio di MEDIASET, la vera TV italiana!!!
Claudio
26/07/2016 17:52
Grazie Renzi, per avere reso il canone una tassa. Ma come può essere considerata tassa la fruizione di un servizio che non è essenziale e del quale si può tranquillamente fare a meno? E' un mostro giuridico, eppure è diventata legge. Caro Renzi, alle prossime elezioni me ne ricorderò, stai pur sereno!
Sonia
27/07/2016 13:14
Non si può fare pagare il canone Rai a tutti i cittadini! Questo è derubare coloro che i soldi li sudano!!!! Ah.... e neanche la guardiamo la Rai!!!
Antonino
28/07/2016 00:08
E uno schifo non dobbiamo pagare il canone se no siamo dei coglioni