ROMA. Il Movimento 5 Stelle è un partito a tutti gli effetti. È la conclusione alla quale è arrivato il Tribunale di Napoli che ha accolto il ricorso di una ventina di attivisti partenopei espulsi l'inverno scorso dal movimento di Beppe Grillo per aver aperto una pagina facebook «allo scopo di manipolare - questa l'accusa rivolta loro - il libero confronto per la formazione del metodo di scelta del candidato sindaco».
La sentenza, oltre a determinare la iscrizione immediata degli espulsi sul blog dei cinquestelle, di fatto rende nullo il cosiddetto «non-Statuto» M5S e riapre il caso della sospensione del sindaco di Parma Federico Pizzarotti.
La creatura politica di Grillo e Gianroberto Casaleggio, infatti, non ha mai avuto uno statuto vero e proprio come quello degli altri partiti, proprio perchè i due co-fondatori hanno sempre rifiutato per il M5S l'etichetta di «partito politico». Ora, però, complice anche la prossima approvazione della legge sui partiti in programma dopo l'estate, il Movimento dovrà dotarsi di un regolamento e delle strutture tipiche di una formazione politica se intende continuare ad esercitare la propria attività in Parlamento e fuori.
Butta acqua sul fuoco Roberto Fico, membro del direttorio ed invitato proprio dai militanti pentastellati sospesi e riammessi: «La sentenza del Tribunale di Napoli fa riferimento esclusivamente alla procedura e non al merito. Di fatto, il processo sul merito inizierà il prossimo settembre. Per ora coloro che hanno fatto ricorso sono stati riscritti sul portale del movimento. Va da sè che non possono usare il simbolo del M5S perchè questo spetta soltanto ai portavoce».
Tra le righe, però, sembra leggersi un'apertura alla modifica del «non-Statuto»: «Un cambiamento? Leggiamo prima tutte le carte e riflettiamo su quale sarà la strada migliore da percorrere». Secondo Fico, «non ci sarà alcuna conseguenza sul caso Parma. E, in ogni caso, è Beppe che si occupa della questione». Il primo cittadino parmense è stato sospeso dal Movimento via mail per non aver comunicato in maniera tempestiva di essere stato raggiunto da un avviso di garanzia per alcune nomine al Teatro Regio della città. Per Luca Capriello, avvocato di Napoli e riammesso oggi dal tribunale, invece «il provvedimento di sospensione contro Pizzarotti viene a cadere».
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